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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

L'ALBERO GENEALOGICO

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 FRANCESCO ANASTASIO  L'ALBERO GENEALOGICO Sapete che la genealogia è il secondo hobby più popolare nel mondo, secondo solo al giardinaggio? Ma che cosa é la genealogia, lo saprete certamente, la genealogia è la raccolta dei nomi ,delle date di nascita , di matrimonio, di morte dei propri antenati. In breve la storia familiare.  Abbiamo appreso che la ricerca della storia della propria famiglia e delle proprie radici è uno degli hobby più appassionanti che ci siano. Non è difficile, puoi iniziare da oggi stesso a compilare il tuo albero genealogico ed a scrivere la tua storia familiare.  Provaci.

LETTERA DI MIA MADRE AL SUO AMORE DELLA VITA

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 FRANCESCO ANASTASIO  MIA MADRE PINA SCRIVEVA COSÌ AL SUO AMATO MATTEO Tropea 31 maggio 1943 Matteo del mio cuore, avevo seguito con passione la trama e la vicenda di un bel libro. Le pagine di questo erano intessute di una vicenda sublime di amore arcano ed infinito. La lettura mi aveva colpito talmente che ancora oggi mi ricordo tutto il contenuto. Mi sono beata quando alla fine della lettura , dopo il primo incontro i due protagonisti , lui un bel giovane bruno , lei una leggiadra fanciulla si scambiano il loro primo bacio d'amore in un giuramento di eterna fedeltà coronato dai profumati fiori di arancio ed inginocchiati all'altare uniscono le loro esistenze. Oggi che di tanta felicità sono ricolma mi sento di non invidiare più le pagine di quel libro, perché credo che anche il nostro amore è, e sarà l'idillio di due cuori che vivendo l'uno per l'altro raggiungeranno l'apice d'una felicità sovrumana. Tutta tua per sempre, tua Pina

LA TARGA FLORIO 1970 - 54* EDIZIONE

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  FRANCESCO ANASTASIO  LA TARGA FLORIO 1970 - 54* EDIZIONE La Targa Florio è una delle più antiche corse automobilistiche. Insieme alla Mille Miglia, è la corsa italiana più famosa nel mondo. Fondata nel 1906 e dopo 61 edizioni nel 1977 fu soppressa come gara di velocità . La Targa Florio entrò subito nella leggenda per le enormi difficoltà insite nella durezza del tracciato al punto che, specialmente nei primi anni, anche il solo riuscire a completare la corsa significava compiere un'impresa titanica. Teatro della corsa sono sempre state le strade siciliane e in particolare quelle strette e tortuose che percorrono la catena montuosa delle Madonie. Vivere la "Targa" significava anche assistere ad un evento sportivo esclusivo, ma non solo, significava immergersi nei luoghi, nei colori, nei profumi, nella storia, nella tradizione di una terra unica , la Sicilia. Il 2 di maggio 1970 partimmo per assistere alla gara il giorno dopo. Lungo il percorso sin dalla sera prim

LE POMPE

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 FRANCESCO ANASTASIO  LE " POMPE"  La prima foto, concessami nel passato dall'amico Domenico Distefano, conferma il mio ricordo. Infatti i primi distributori di carburante esistenti in città era quattro. Nella prima foto,inedita ,potete notare " le pompe " per l'erogazione del carburante al quadrivio Sbaglia, gestite dalla fam.Distefano. Mi azzardo a dire che agli inizi le conduceva la mamma degli amici Mimmo e Raimondo. Ho avuto conferma invece che a gestirla era la Sig.Vincenzina Belfiore che era la sorella per l appunto della mamma.  Nella seconda foto, ad angolo in piazza stazione,notate il distributore, credo gestito dalla fam. Gianesini . Nella terza foto, quella che si trovava nei pressi di largo Trieste, sull'angolo della strada gestita ,ma non sono certo, dal Sig.Negri titolare di una officina al piano terra dell'attuale palazzo del dott. Vita. Per ultimo, quella gestita dalla mia famiglia in via Roma angolo via Duomo.  Un altro tassello ric

LA DECADE DELL'AGOSTO GIOIESE 1965

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 FRANCESCO ANASTASIO  Credetemi sono veramente felice aver recuperato queste foto. Mi erano state concesse dal caro amico Domenico Distefano alcuni anni fa. I meno giovani ricorderanno le imprese motociclistiche di don Mimmo con la sua Laverda. L'ho ricordato alla cittadinanza con un mio post anni fa. E vi assicuro che pensando alla sua impresa sportiva che ottenne nella corsa stradale Milano -Taranto del 20 giugno 1954 dove si classificò 16* su 300 partecipanti, vederlo partecipare alla gimkana nel nostro campo sportivo in giacca e cravatta , mi conferma che lo spirito sportivo era nel suo essere. Le foto risalgono al 1965 durante lo svolgersi della corposa Decade dell' Agosto Gioiese. Certo è, che se ne organizzavano di eventi! Nella seconda foto si notano da sx Nando Panunzio (?), Placido Demaria e Ciro Carresi.

Il TEATRO DI AGORA' 1995 TOSCA

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 FRANCESCO ANASTASIO  IL TEATRO DI AGORÀ STAGIONE 1995 Accogliemmo Milva e Pistilli al teatro Politeama una sera del dicembre1995 con il loro spettacolo teatrale Tosca. A dire la verità, dato gli interpreti, il pubblico delle grandi occasioni presente in teatro , si attendeva di assistere ad uno spettacolo di una certa valenza. Purtroppo non fu così. Assistemmo ad uno spettacolo deludente, con una Milva molto nervosa principalmente nei confronti di Luigi Pistili, in quel periodo suo compagno nella vita. Nei giorni successivi, i critici attaccarono lo spettacolo ed in particolar modo la stessa Milva, colpevole, secondo alcuni, di non ricordarsi la parte. La Tosca fu l'ultimo lavoro di Luigi Pistilli, infatti il 21 Aprile 1996 fu rinvenuto esamine nella sua stanza da letto con un cappio al collo, si era suicidato. Pistilli ,in un biglietto chiede scusa a Milva per il gesto, ma aggiunge che non poteva sopportare "l' infamia" pubblicata da un giornale. Forse Pistilli

IL PALO DEL BARBIERE

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FRANCESCO ANASTASIO   CURIOSITA! IL PALO DEL BARBIERE Vi siete mai chiesti cosa rappresenta questa insegna che spesso vediamo fuori dai saloni dei barbieri? È chiamato il palo del barbiere ed ha una storia antichissima. In breve la storia parte dal medioevo , quando in questo luogo, oltre al taglio dei capelli, venivano svolte altre attività quali i salassi,l'incisione di accessi, estrazione di denti e la ricomposizione delle fratture. La pratica più importante era il salasso, i chirurghi del tempo lo intendevano intervento minore e quindi inviavano i pazienti dai barbieri. I quali per attirare l'attenzione dei passanti esponevano, fuori dal salone, dei boccali pieni di sangue allo scopo di pubblicizzare la propria attività. Negli anni successivi una legge vietò questa pratica. E quindi i barbieri crearono questo palo a strisce rosse e bianche dove il rosso simboleggiava il sangue,il bianco i bendaggi usati per fermare il flusso sanguigno ed il palo l'asta che i pazie

U PILIRGIU

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  FRANCESCO ANASTASIO  U PILORGIU IL MIO GIOCO PREFERITO DELLA FANCIULLEZZA Le strade del mio mitico rione di villa Pons, nella mia fanciullezza non erano ancora asfaltate, erano in terra battuta. E quindi si adottavano bene per giocare con questo attrezzo. Durante il pomeriggio, appena ultimati i compiti si correva con gli amici per il divertimento. Il ricordo và agli innumerevoli scontri con ‘ U pilorgiu’ e con le ‘ luzzate che altro non erano che ciò che dovevi pagare per aver perso.​ Il gioco si svolgeva sulla terra battuta, segnavamo con due tratti la zona delimitata per le varie ‘ passate ‘ , una volta fatto girare u pilorgiu e fatto salire sulla mano attraverso un movimento veloce, si colpiva quello del concorrente rimasto per terra. All’inizio si decidevano le varie passate ed il modo di far ruoteare la trottola se a “ corpufittu” o a” tiralazzu” ed al numero delle luzzate,​ e chi perdeva doveva sottoporre la propria​ trottola al non piacevole atto delle luzzate.​ Consistev

L'AMACA

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FRANCESCO ANASTASIO   Mia figlia Giusy con questa foto mi fa ritornare indietro di 45 anni. Che bellissimo ricordo, altro che cintura di sicurezza e aria condizionata.  E pensare che la macchina era la nostra mitica Dyana Citroen che di suo era già una barca per il suo molleggio. Indimenticabili tutti, cara figlia, i viaggi in Romania di quegli anni ,potrei scrivere un libro. Lo farò. Sei riuscita ,con questa foto, ad emozionarmi. E credimi non eravamo per nulla incoscienti, forse un pochino si, ma era la libertà e non avevamo timore di nulla.

U SUPPIGNO

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FRANCESCO ANASTASIO   U SUPPIGNO, che parola strana. Io da bimbo la sentivo pronunciare sempre in casa, certamente riminiscenza napoletana, ..... mio nonno mi diceva......" vai ncoppa o suppigno " . Questo luogo oggi viene chiamato mansarda o sottotetto. Quello di casa mia è molto grande . Era il luogo dove si conservava di tutto, un gran deposito, ma anche una grande ghiacciaia durante l inverno. Accanto a mobili vecchi trovavi, appesi alle travi, salami e l'immancabile nduja di spilinga di quella buona , anche perché mia nonna vi ci era nata. Da bimbo ci salivo spesso, era il mio rifugio e non vi dico come mi divertivo ,ma oltre alla scoperta di un mondo antico, la mia fantasia cercava di ridare vita a questi oggetti. Ricordo una carrozzina, un cappello, libri pieni di polvere, un cerchio con la mantellina che sarà servito per lo svago di mio padre, una scrivania e nei suoi tiretti tante lettere di amore dei miei nonni. Ma l'oggetto che maggiormente mi affasci

CACONGHI

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FRANCESCO ANASTASIO   Di seguito al mio disappunto, postato ieri sera, su quanto trascritto sul portale istituzionale del Comune di Gioia Tauro, ed in riferimento alle poche informazioni sulle Famiglie Amalfitane giunte a Gioia Tauro, eccovi la lettera che questa mattina ho creduto opportuno inoltrare ai Signori Commissari Prefettizi . Questo è quanto riportato sul portale: "" Nel centro storico, invece, la distinzione è tra la gente della Piana, gli amalfitani chiamati anche “caconghi” dal greco cagos e ghenos che vuol dire di umili origini, i messinesi e i nuclei del Poro, zona vicino Capo Vaticano. La miscellanea di lingue ha fatto sopravvivere per uno stesso vocabolo termini dialettali diversi "". Quanto trascritto non è per nulla esatto ,il termine "caconghi" è stato coniato dai gioiesi per indicare appunto questi lavoratori provenienti dalla costiera Amalfitana. Tutte le attività avevano numerosi dipendenti quasi tutti provenienti da quelle zo