La storia di Gioia Tauro

 AUGURI MIO COMPÀ GENOVESE Forse sarà: Arlecchino, Beppe Nappa, Brighella, Burlamacco, Capitan Spaventa, Dottor Balanzone, Fagiolino, Gianduja, Gioppino, Colombina, Meneghino, Meo Patacca. Per me è un acquerello che è appeso ad una parete del mio salotto. Ed è un omaggio del mio fraterno amico Salvatore Genovese. In questa raffigurazione intravedo tutte le giornare trascorse insieme durante la sana fanciullezza e tante giornate di carnevale trascorse insieme. I nostri negozi erano uno difronte all'altro al punto che è rimasto un aneddoto. A chi chiedeva: " dove si trova il negozio di Genovese si rispondeva, difronte ad Anastasio . E giustamente il richiedente: ma scusate dove si trova Anastasio, la risposta era: difronte a Genovese. Caro compà Salvatore, il tempo della vita e passato forse troppo in fretta, ma i nostri ricordi di una vita sono ben saldi nella nostra mente come fossero successi ieri. Questo mio pensierio, questa sera a conclusione del tuo compleanno, e per cons

  FRANCESCO ANASTASIO DEDICATO A SALVATORE TROMBETTA Cosa hanno di particolare gli incontri estivi? Sono estemporanei, imprevisti, sono leggeri. Sono estemporanei perché puoi incrociarti con un amico d’infanzia, con un conoscente, con il figlio di un tuo vecchio amico o con una persona che non vedi da molti anni. Sono imprevisti perché è il caso a decidere la persona con cui ti incontri. Sono leggeri perché, toccano l’animo col ricordo e gli ridanno vita. Tutto ciò, è successo ieri sera con Franco Trombetta figlio del mio indinenticato amico Salvatore. Nei pochi minuti, abbiamo ridato vita ai nostri cari familiari. Salvatore, una persona che senza retorica ricordo con affetto filiale per la sua signorilità , per la sua bonta d'animo, per la sua disponibilità. Una vita di lavoro come responsabile del settore idrico del nostro Comune. Con la sua vespetta era reperibile 24 ore su 24. Era il computer del tempo, ricordava tutte le postazioni per intervenire in ogni eventuale guasto. Lo

FRANCESCO ANASTASIO  L' AQUILONE ( A pianeta. Suggerimento di Pino Sciarrone.) Sono in spiaggia sdraiato su di un lettino. Il mio sguardo, in questo istante, si è poggiato su di un aquilone, che si staglia nel cielo azzurro tenuto al filo da una bimba  felicissima. A noi ormai cresciuti negli anni, resta un piacevole ricordo di questo gioco che, magari aiutati da un amico piu grande , costruivamo con cura adoperando fogli.di giornale che incollavamo all'arco della struttura con della colla di pesce. Era un lavoro delicato al quale, per un buon funzionamento, dovevi prestare attenzione. Una volta sistemati gli anelli laterali, che servivano per dare stabilità, l'aquilone era pronto per spiccare il volo. Il punto ideale per noi che abitavamo nel rione di Villa Pons, è sempre stato la villetta, c'era sempre quella brezza che ti permetteva di mandare l'aquilone sempre più in alto.. Quando era ben in alto, gli mandavamo il ' telegramma", altro non era che un fog