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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

I MIEI AMICI FILIPPO ITALIANO E ROCCO AMOROSO

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FRANCESCO ANASTASIO ISTITUTO TECNICO F. SEVERI ROMA 10 APRILE 1964 GITA D'ISTRUZIONE  Da dx Rocco Amoroso, Michele Filippo Italiano ed il sottoscritto. Siamo stati compagni di classe per tutti i cinque anni all'Istituto Tecnico. Erano anni molto importanti per la nostra formazione, iniziavamo a costruire il nostro futuro. I cinque anni trascorsi insieme, sono stati anni di formazione trascorsi con impegno, dedizione, serietà, ma nello stesso tempo con molta allegria. Alla base di ogni nostro atteggiamento vi era il rispetto per gli insegnanti ed anche molto tra di noi. Non avevamo grilli per la testa, vigeva in noi il grande desiderio di apprendere. Avevamo il desiderio di fare bene per ricambiare i sacrifici dei nostri genitori. Questi due miei cari amici giugevano puntuali in treno ogni giorno da Rosarno. Il loro impegno nello studio era esemplare al punto di raggiungere ottimi risultati. Dopo il diploma, entrambi, sia in ambito familiare che lavorativo, hanno ottenuto eccell

I DUE FRATELLI MEDICI LAGHI

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 FRANCESCO ANASTASIO IL PARTO DI UNA VOLTA " Na vota", la curiosità di conoscere il sesso del nascituro era soddisfatta semplicemente osservando la pancia della madre, a punta era maschio, bassa o larga era femmina. Il parto avveniva in casa . Io sono nato alle ore 18.00 dell'11 Agosto 1945 nel palazzo della famiglia Gallì, sito in largo Trieste. Mia madre Pina era assistita dalla levatrice Teresa Fazzari, chiamata da tutti i gioiesi " a mammina". Purtroppo il parto si stava complicando e quindi, mio padre chiese l'intervento del suo amico ginecologo Raffaele Laghi di Rosarno, con una telefonata. Purtroppo, il dott. Raffaele era impossibilitato di venire a Gioia con la sua macchina ,poichè aveva terminato la benzina. La corsa a Rosarno di mio padre per portare a casa l'amico, lascio a voi immaginarla. A conclusione, tutto andò per il meglio. Attraverso questo mio racconto, desidero ricordare i due fratelli medici, Carmelo e Raffaele Laghi, indi

LA FAMIGLIA DE VITA

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 FRANCESCO ANASTASIO Storie di emigrazione Credo che in buona parte delle famiglie meridionali c'è un familiare, un bisnonno, un nonno, un padre che sono stati o sono emigranti. In Calabria l'emigrazione iniziò sin dal 1861 e con essa, tante storie familiari straordinarie. Anch'io ho, in famiglia, il racconto del bisnonno materno che nel 1890 emigrò in Argentina. Ma non erano solo i Calabresi che decidevano di emigrare. Pensate che dal 1876 al 1913 dal Veneto partirono 1.820.000 persone ,mentre dal Piamonte le partenze sono state 1.550.000. La foto che vi propongo è una foto emblematica di quel tempo, risale al 1907 e mi è stata concessa dal caro amico Salvatore Genovese. È una foto fatta a Buenos Aires, dove si notano il Sig. Nicola Pietro De Vita, classe 1865,nonno materno di Salvatore Genovese seduto al centro, con il figlio Vincenzo classe 1894 a sx ed il nipote Pietro classe 1890 a dx . Tutti loro erano lì, in cerca di fortuna. E la fortuna l'avevano trovata nel co

PROFANAZIONE STATUA SANT'IPPOLITO

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 LA PROFANAZIONE DELLA STATUA DI SANT'IPPOLITO. Lo sapevate che la nostra antica statua di Sant'Ippolito nel 1945 restò interdetta per due mesi poichè era stata profanata? Durante i festeggiamenti del 13 Agosto 1945, il Parroco Mons. Pasquale De Lorenzo, decise di non far passare in processione la statua del Santo per le vie di un rione cittadino, poichè durante l'anno si erano verificati degli atti delinquenziali. La decisione non fu accolta molto bene dagli abitanti, al punto che requisirono la statua e fecero la processione per conto loro, trattenendola per alcuni giorni. Questa profanazione eclatante per il tempo , fece molto scalpore e gli organi ecclesiastici , per far rientrare nel Duomo la statua del nostro Protettore, hanno dovuto riconsacrarla. Sant'Ippolito li avrà perdonati? certamente si. Buona giornata.

TOMMASO PEDULLÀ E ELVIRA CALFAPIETRA

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 FRANCESCO ANASTASIO TOMMASO PEDULLÀ E ELVIRA CALFAPIETRA Ricordare persone che con il loro lavoro, con la loro dedizione, è una mia prerogativa e credo anche di assolvere ad un dovere civico.  Nell'ambito cittadino abbiamo avuto molte persone, che ciascuno nel loro ambito lavorativo, sono stati dei protagonisti del loro tempo. Quest'oggi, affacciandomi al balcone di casa prospicente via Roma, il mio sguardo si è soffermato sul locale dove il personaggio che sto per introdurvi, ha svolto la maggior parte della sua attività commerciale nel campo alimentare. I più anziani avranno capito che sto per ricordare ai più giovani l'indimenticato Tommaso Pedullà , per tutti Masino. Don Masino, coadiuvato dalla sua gentile consorte Elvira Calfapietra, è stato certamente un antesignano nell'introdurre nel suo negozio articoli da alta qualità. E principalmente per questo motivo , aveva acquisito una clientela scelta proveniente da tutta la piana di Gioia. Non era molto grande il loc

IL VALORE DI UNA FOTO

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FRANCESCOANASTASIO IL VALORE DI UNA FOTO In questo tempo altamente tecnologico che stiamo vivendo, visioniamo giornalmente centinaia e centinaia di immagini fotografiche. E le visioniamo talmente velocemente, che non abbiamo tempo di dare un senso a quello scatto. La foto rappresenta l'emozione del momento, che può essere di gioia o di tristeza.  Questa che vi propongo oggi, è una foto che ,vista con i miei occhi , rappresenta il senso di una parte della mia vita. Io e mio padre Matteo nel 1989 in Piazza San Pietro in una delle ultime foto che ci vede insieme e forse non per caso, la presenza al centro, affacciato alla finestra, di Papa Giovanni Paolo II. Rappresenta la mia vicinanza con mio padre nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore. Una condivisione di pensieri, di lavoro, di idee durata non moltisssimi anni, appena 44. Io mi sono sempre rispecchiato in lui, mi sono rispecchiato nei suoi valori di vita ed in tutti gli altri valori che è riuscito a trasmettere in famiglia