U SUPPIGNO


FRANCESCO ANASTASIO 

 U SUPPIGNO,

che parola strana.
Io da bimbo la sentivo pronunciare sempre in casa, certamente riminiscenza napoletana, ..... mio nonno mi diceva......" vai ncoppa o suppigno " . Questo luogo oggi viene chiamato mansarda o sottotetto.
Quello di casa mia è molto grande . Era il luogo dove si conservava di tutto, un gran deposito, ma anche una grande ghiacciaia durante l inverno. Accanto a mobili vecchi trovavi, appesi alle travi, salami e l'immancabile nduja di spilinga di quella buona , anche perché mia nonna vi ci era nata. Da bimbo ci salivo spesso, era il mio rifugio e non vi dico come mi divertivo ,ma oltre alla scoperta di un mondo antico, la mia fantasia cercava di ridare vita a questi oggetti. Ricordo una carrozzina, un cappello, libri pieni di polvere, un cerchio con la mantellina che sarà servito per lo svago di mio padre, una scrivania e nei suoi tiretti tante lettere di amore dei miei nonni. Ma l'oggetto che maggiormente mi affascinava era un mandolino appeso ad una trave. Lo suonava mio nonno Gerardo , io lo prendevo e iniziavo a strimpellare. Chissà quante serate avranno trascorso i miei al suono melodioso di questo strumento che rappresentava la napoletanità della mia famiglia. Quanti ricordi " ncoppa a sto suppigno" , ed ancora adesso, quando mi capita di salire, rivedo una storia lunga 110 anni.
Quante emozioni in questo luogo buio, pieno di cose di un'epoca passata.
Ed ogni qualvolta chiudo la porta ,il cigolio della antica serratura mi ricorda che alle spalle lascio 110 anni di vita vissuta.

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