ELETTROCARBONIUM

PER RICORDARE GAETANO GENOVESE 

DAL MIO RACCONTO SUL CINEMA MAZZINI
Dovete sapere che di quei tempi , prima della introduzione delle lampade che illuminavano il proiettore , la luce alla pellicola ,per la proiezione, veniva data dal contatto di due elettrodi che girando su di un rotore si consumavano . Rimanendo senza , si bloccava la proiezione del film . L’amico Genovese Gaetano , esperto operatore di macchina, era molto attento nell’eliminazione di questo inconveniente , a tal punto che ogni mattina passava dal mio negozio per fare rifornimento di questo articolo in modo da non rimanere senza. Il blocco totale della proiezione avveniva quando mancava Gaetano e l’aiutante Domenico Catalano detto Gittu dal cognome della mamma che era Egitto, non aveva provveduto al rifornimento e qui si sentivano le urla sovrumane di Don Peppino e di Don Micu Iacoi ….Mannaia Gittu Deggittu..’’ Figgli di bona donna , ma chi vi tegnu a fari… fuiti da don Matteo Anastasi mu cattati i carbuni e Popo’ Plateroti , correva ,per modo di dire , a comperarli e quindi la pausa era molto piu’ lunga e li "friscati " dei presenti in sala "volavanu". Questi elettrodi venivano prodotto dalla Societa’ Elettrocarbonium per questo venivano chiamati ‘’ carbuni ‘’ .
Nella prima foto Gaetano Genovese
Nella seconda Popò.







Commenti

  1. Bellissimo ricordo. Se posso permettermi i carboncini, detti in gergo da proiezionista "matite" erano eccitati da un raddrizzatore e si incendiavano realizzando un arco voltaico che illuminava la pellicola. Il proiezionista attraverso due manopole li teneva sempre vicini man mano che si consumavano bruciando, guardando dentro la pancia del proiettore attraverso un piccolo foro schermato da vetro nero, per non accecarsi. Avevano la stessa potenza di una saldatrice.

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