NOTIZIE SUL NOSTRO DUOMO DEDICATO A SANT'IPPOLITO

 

FRANCESCO ANASTASIO



NEL 90⁰ ANNIVERSARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA NOSTRA CHIESA MATRICE
CENNI STORICI

L'ANTICA CHIESA MATRICE
Il terremoto del 16 novembre 1894 fu un evento sismico che colpì la Calabria meridionale e la Sicilia alle ore 17.52, con epicentro storicamente individuato nella città di Palmi.
L' antica Chiesa Matrice situata al Piano delle Fosse della nostra città di Gioia Tauro subì gravi danni.
L'amico Rocco Ruggiero, mi ha inoltrato questa documentazione frutto di una sua ricerca. Il preventivo di spesa per la ristrutturazione a regola d'arte ammontava a Lire 1500, i governanti stabilirono che era una somma eccessiva. Accettarono , per risparmiare ,un preventivo di 1100. Queste 400 Lire di risparmio ed il lavoro fatto in economia, provocarono il crollo della nostra  antica Chiesa Matrice nel successivo terremoto del 7 Marzo 1928.

IL DUOMO DI GIOIA TAURO DEDICATO A SANT' IPPOLITO MARTIRE.
Il Duomo é il simbolo della tua città ed è un punto di riferimento per tutti i cittadini. Per consuetudine è la Chiesa principale. Il Duomo é il luogo dove ciascuno di noi, attraverso la preghiera, affida a Dio le sue preoccupazione , le sue ansie e le sue necessità. 
Con questo breve video porto a vostra conoscenza alcune notizie che a molti sfuggono.
GIOIA TAURO. La chiesa Parrocchiale di S. Ippolito Martire, fino al 1928, si trovava al centro storico del Piano delle Fosse. Successivamente a seguito di scosse di terremoto, avvenute il 7 marzo 1928, la chiesa più importante di Gioia fu chiusa al culto e, per sicurezza, fu interamente rasa al suolo.Con l'aiuto di alcune persone facoltose, del governo nazionale, di S.E. Mons. Paolo Albera, vescovo di Mileto, il 7 aprile 1928 iniziarono i lavori della sospirata nuova chiesa parrocchiale. Il locale fu offerto gratuitamente dal marchese Augusto Ruggero Serra di Cardinale, nel nuovo rione Gagliano. Su progetto dell'architetto Faustino Roncoroni fu costruito un grandioso edificio in forme peseudo-romaniche con la facciata esterna divisa in tre sezioni, con tre portali; sull'ingresso principale fi posto un rosone raffigurante i quattro evangelisti ed il Cristo.La nuova chiesa di S. Ippolito fu aperta al culto il 27 maggio 1933 con la benedizione, per delega del vescovo Paolo Albera, del rev. arciprete Pasquale De Lorenzo. Il 10 giugno dello stesso anno S.E. Paolo Albera consacrava, tra la commozione di moltissimi cittadini gioiesi, la nuova chiesa Matrice.

L' ALTARE
Dopo il Concilio Vaticano II
Voluto da  Papa Giovanni XXIII
(Data: 11 ottobre 1962 - 8 dicembre 1965)
Con la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II la struttura del presbiterio fu totalmente rivoluzionata. Innanzitutto, siccome la Messa può essere detta dal celebrante rivolto verso i fedeli, l'altare in molti casi fu portato in posizione più avanzata, e fu separato dal tabernacolo che venne incastonato in un muro, oppure posto, in posizione decentrata, su una colonnina, oppure persino in un altro vano della chiesa.
Anche nel nostro Duomo alla fine degli anni '60, credo, il presbiterio fu completamente modificato. Alcuni marmi dell'antico altare, sono stati utilizzati per il nuovo, in special modo il paliotto .
Ad eseguire il lavoro con grande maestria fu il Sig. Eugenio Fasci al quale rivolgiamo il nostro plauso per aver completato l'opera con grande accortezza.
Tutto ciò per dare il giusto merito al Maestro Eugenio  Fasci .

" L' altare è l'oggetto più sacro di un tempio, la ragione della sua esistenza e la sua stessa essenza, perché in caso di necessità si può celebrare la divina liturgia fuori dalla chiesa, ma è assolutamente impossibile fare questo senza un altare .
Attraverso l'altare Dio viene verso di noi e noi andiamo a Lui. "


ALTARE SACRO CUORE
Sull'altare sinistro del nostro Duomo , nel 1937 venne sistemata e benedetta da Mons. Pasquale De Lorenzo il 10 di marzo, la statua del Sacro Cuore di Gesù. La statua in legno è opera dello scultore Santifaller di Ortisei come anche la statua di Sant'Andrea e Gesù Crocifisso.L' altare , come si evince dalla scritta posta alla base, è stato donato a devozione e memoria di Giuseppina e Maria Nicolina Plateroti Bellinfante.

SAN PACIFICO NEL NOSTRO DUOMO
Dal libro "Cenni storici sul martirio di Sant'Ippolito" di Mons.Pasquale De Lorenzo. Stab. Tipog. E. Pascale - Polistena 1958
Delle reliquie di San Pacifico che si custodiscono in un'urna dietro l'altare maggiore della Chiesa Parrocchiale nulla possiamo dire di preciso .Si può congetturare che, essendo Gioia un feudo della Casa Cardinale, qualcuno degli antenati di questa Casa, appartenendo alla Confraternita dei Nobili, anticamente eretta a Roma nella Chiesa dei Santi Lorenzo ed Ippolito e rinvenendosi, durante gli scavi nelle catacombe, i resti dei Martiri, di cui molti ignoti, avrà ottenuto dalle Autorità ecclesiastiche il corpo di uno di questi Martiri per offrirlo alla Chiesa di Gioia, dando al Santo un nome simbolico di Pacifico avendo conquistato la pace eterna con il suo martirio.

IL PULPITO
Il pulpito era il luogo da cui parlava il predicatore. Nelle chiese romaniche divenne un elemento obbligatorio. Attualmente tale struttura è raramente utilizzata, anche grazie ai moderni sistemi di amplificazione che consentono al sacerdote di essere udito chiaramente anche dall 'altare.
Anche il nostro Duomo aveva il suo pulpito, ben visibile nella foto. Era costruito in legno e si accedeva tramite una scala in ferro battuto .
Durante i lavori di ristrutturazione è stato eliminato. Il lavoro è stato eseguito, da informazioni assunte, dal falegname gioiese Sig. Rocciolo.

LA STATUA DELLA MADONNA ADDOLORATA
Molti di noi ricorderanno la statua che raffigura la MADONNA ADDOLORATA venerata nel Duomo della nostra Città,  sistemata nella sacrestia ed in questi giorni in Chiesa.
Nei tempo passati, questa effigie, unitamente a quella di Gesu' morto, il Venerdi Santo, veniva portata in processione per le vie cittadine.
Erano giorni in cui la popolazione partecipava con intensità emotiva ai riti della Passione, della Morte e della Resurrezione di Nostro Signore Gesu' Cristo.La statua della Madonna Addolorata , fu costruita in Atrani nel 1870 dal Sig. Salvatore Proto. L'artista era fratello del nonno di mia madre Giuseppina Proto fu Alfonso. Il mantello della Madonna e stato sostituito nel 1950 su iniziativa delle Dame di Carità  di quel tempo.



LA STATUA DEL CRISTO RISORTO

Le campane annunciano la Resurrezione.

Il giovedì della Settimana Santa il suono delle campane cessa al canto del Gloria durante la celebrazione della Santa Messa .
Riprendono solamente nel momento della Resurrezione di nostro Signore che nel passato ,nei miei ricordi, coincideva con l'inizio del canto del Gloria durante la Messa di mezzanotte. Successivamente, credo di ricordare bene, la Messa venne spostata a mezzogiorno di domenica e solo allora le campane riprendevano a suonare a festa annunciando la Resurrezione di nostro Signore.
Per questo momento di gioia, nel nostro Duomo, veniva sistemato al centro ed in alto dell'antico altare,questa statua del Cristo Risorto coperta allo sguardo dei fedeli da un drappo rosso che copriva tutta la navata centrale. Al momento del Gloria il drappo rosso veniva aperto come un sipario , e tra canti di gioia ,profumo d' incenso e dal suono incessante delle campane, suonate da Trieste con grande trasporto, appariva la statua del Cristo in una nuvola di fumo. Era un momento di evidente emozione, ed io bimbo, assistendo alla funzione religiosa, nel momento in cui il drappo rosso veniva aperto, sentivo il desiderio di battere le mani in un applauso di felicità .

Speriamo che la Resurrezione di nostro Signore possa portare una luce di speranza e un po’ di conforto a tutte le persone che oggi soffrono.
La statua è di gesso, di autore sconosciuto, risalente all'inizio del secolo scorso.

I N R I --- GESU' NAZARENO RE DEI GIUDEI .
IL TITULUS CRUCIS e' l'iscrizione, riportata dai quattro vangeli canonici, che sarebbe stata apposta sopra la croce di Gesu', quando egli fu crocifisso, per indicare la motivazione della condanna.
La statua di Gesu' Crocifisso del nostro Duomo , e' stata benedetta sera del 12 Marzo 1937 da Mons. Pasquale De Lorenzo . L' opera e' del Sig. Santifaller di Ortisei.


LE VETRATE NEL NOSTRO DUOMO
Carissimi concittadini, avete mai notato nel nostro Duomo, lungo le navate laterali le 12 vetrate istoriate ? Certamente si .
Le 12 vetrate policrome sono opera dello scultore Polistenese Giuseppe Niglia (1934-2011)..
Niglia ha compiuto gli studi a Napoli e a Roma all'accademia delle Belle Arti presso la scuola di Michele Guerrisi. Ha insegnato scultura nelle Accademie di Roma, Bari e Reggio Cal.
Le sue opere si trovano in molte città Italiane.

A REALIZZARLE LA DITTA MELLINI DI FIRENZE
La ditta Mellini Art Glass & Mosaics è diretta dal figlio di Michele, Massimo. Lo supportano 12 maestri artigiani che lavorano il vetro e 5 il mosaico. A Firenze, l’attività viene svolta in quattro edifici, dove le sapienti mani artigiane seguono tutte le fasi del lavoro, dalla progettazione alla realizzazione fino alla spedizione della merce.
La parola italiana ‘bella’ o ‘bellezza’ è spesso sinonimo dello stile italiano, così non deve sorprende se troviamo bellezza all’interno di un laboratorio dove maestri artigiani lavorano sapientemente il vetro e il mosaico, affacciati su una delle più belle città del mondo: la Firenze rinascimentale.
Invece le vetrate dell'abside centrale sono opera dell'Archietto Angelo Massimo Nostro.
Angelo Nostro riferisce:

Le vetrate dell'abside sono state realizzate su mia programmazione e progettazione  nel periodo del primo restauro con don Laruffa.  Mi recai a Firenze per stabilire il programma a riforma con la ditta Mellini la condizione essenziale è  stata la luminosità  Nello stesso periodo su mio disegno furono introdotte le mensole marmoree che sorreggono le statue delle abside laterali ed il pannello in serpentino con cornice bianca a fondale del Cristo crocefisso;questi lavori furono eseguiti  dalla ditta Vinci marmi la quale provvide pure ad implementare la bocciatura dei pilastri delle arcate. In quella occasione furono messi in luce sui pilastri centrali degli inserti romboidali con croce incisa precedentemente  coperti".


LA STATUA DI SANT’ANDREA -
La storia delle famiglie Amalfitane giunte a Gioia e’ ormai  ben nota. Meno conosciuta e’ la storia della statua di Sant’Andrea venerata nel nostro Duomo. Alla fine degli anni ’40 , i Signori Angelo Assanti , rappresentante di commercio e Andrea Corvo, commerciante ,desiderosi di avere una statua del Santo protettore di Amalfi nella nostra chiesa, si fecero promotori di  una  sottoscrizione per la raccolta di fondi creando un’apposita commissione. La statua fu ordinata allo scultore Luigi Santifaller di Ortisei. Con questa iniziativa, tutti gli  Amalfitani della città , hanno  voluto ringraziare l’Apostolo e Martire  Sant’Andrea,fratello maggiore di San Pietro, per tutte le grazie  ricevute in tanti anni di permanenza in Calabria. Sant’Andrea e’ il protettore dei pescatori.
Le due belle foto, si riferiscono alla prima processione della statua di Sant’Andrea per le vie della nostra città   il 29 Giugno del 1950. Guardando la prima foto, il portatore di sx e’ il Sig. Andrea Corvo mentre sulla dx il Sig. Angelo Assanti.
Oggi, in maniera particolare, desidero rinnovare il ricordo di Don Andrea Corvo , rappresentante di una delle tante famiglie Amalfitane che si sono , laboriosamente  trasferite nella nostra città. Il Sig. Andrea Corvo , e’ stato per lunghi anni un commerciante attento , una persona amabile, cordiale . Ed ogni volta che entravi nel suo negozio ,  il profumo che lui riusciva maggiormente a donarti , era il profumo della sua signorilità.
Queste foto e la documentazione, mi sono state concesse  dall’amico Gaetano Corvo  anni fa. 


LA CONSEGNA DELLA SACRA RELIQUIA DI SANT'ANDREA
NELLA CATTEDRALE DI AMALFI
LA MIA TESTIMONIANZA

Giorno 11 Novembre 2017 alle ore 11,00 , io, Francesco Anastasio sono stato testimone della consegna e del posizionamento del frammento del corpo di Sant’Andrea nel nostro reliquiario in argento. Nella sagrestia della Cattedrale di Amalfi, il Parroco don Antonio Porpora, alla presenza del nostro Parroco don Antonio Scordo e dei Signori Michele e Giovanni Lucà, ha estratto da un armadio uno scrigno ben sigillato che conteneva, dentro un sacchetto di velluto rosso, alcune reliquie dell’Apostolo. Ne ha consegnata una di circa due centimetri di altezza per dieci millimetri di spessore all’addetto Sig. Andrea Laudano che con molta cura e con dei passaggi molto rispettosi, ha iniziato la sistemazione. Ha modellato dei dischetti in carta dal diametro di cinque centimetri uno bianco e uno rosso ed intagliato il bianco in modo da far evidenziare la croce decussata . Dopo aver incollato il frammento su questo dischetto al centro della croce , lo ha posizionato all’interno dello spazio del reliquiario. Ho proceduto ad infilare nei fori appositi dei fili di canapa che serviranno per la sigillatura, di seguito ha fatto colare della ceralacca rossa sulla quale ha impresso il sigillo con l’effige di Sant’Andrea.
Questo è stato il primo atto al quale abbiamo assistito con molta devozione e forse con un pizzico di incredulità, ma con la certezza che la Reliquia del Santo sarebbe venuta con noi nella nostra Chiesa ed essere conservata per sempre. Terminata questa prima sistemazione la Sacra reliquia è stata conservata in Cattedrale per la consegna del giorno dopo.

IL MEDAGLIO IN ARGENTO CONTENENTE LA RELIQUIA DI SANT'ANDREA È STATO REALIZZATO DALL' ARCH. CARMELO RACO

" MEDAGLIONE CONTENENTE LA RELIQUIA DI SANT'ANDREA CHE SI TROVA NEL DUOMO DI GIOIA TAURO (RC).
REALIZZATO DA ME MEDESIMO IN ARGENTO 925 DEL DIAMETRO DI 135 Mm E DEL PESO DI 600 g . FUSO PRESSO LE FONDERIE ARTISTICHE DEI FRATELLI TAVANI IN ROMA .
ESSO RAPPRESENTA GLI ATTRIBUTI CHE DISTINGUONO LA FIGURA DEL SANTO E CIOE' LE PAME DEL MARTIRIO IN FORMAZIONE DI QUATTRO PER SOTTOLINEARE L'ORA POMERIDIANA DELL'INCONTRO DI ANDREA CON GESU', I PESCI E LA RETA DA PESCA STRUMENTI DEL LAVORO PRATICATO D'ANDREA CON IL FRATELLO PIETRO, LA CROCE DECUSSATA A FORMA DI "X" CHE SI SCORGE NELLA POSIZIONE SIA DELLE CODE DEI PESCI CHE IN QUELLE DELLE PALME E A FINIRE IL TUTTO CONTENUTO IN UN CIRCOLO AUREO CESELLATO CHE RACCONTA SUGGESTIVAMENTE I SEGNI DELLA SANTITA' CRISTIANA DI ANDREA .

LA STATUA DEL SACRO CUORE
Sull'altare sinistro del nostro Duomo , nel 1937 venne sistemata e benedetta da Mons. Pasquale De Lorenzo il 10 di marzo, la statua del Sacro Cuore di Gesù. La statua in legno è opera dello scultore Santifaller di Ortisei come anche la statua di Sant'Andrea e Gesù Crocifisso.L' altare , come si evince dalla scritta posta alla base, è stato donato a devozione e memoria di Giuseppina e Maria Nicolina Plateroti Bellinfante.

LE CORONE DELLA MADONNA DEL ROSARIO
Nel corso della solenne celebrazione per l’ingresso della Sacra Reliquia di Sant’Andrea nel nostro Duomo, ho tenuto a precisare che il “ gioiello” era stato preparato nell’antica fonderia dei Fratelli Tavani in Roma. La stessa fonderia che alcuni anni prima aveva cesellato le corone in oro della statua della nostra Madonna del Rosario, opera anche questa del Maestro Raco. Ma la mia grande sorpresa è sapere che anche le corone in argento dorato usate il 24 Ottobre del 1954 per l’incoronazione della Madonna e del Bambinello volute da Mons. Pasquale De Lorenzo  , sono opera della medesima fonderia dei Fratelli Tavani. E’ quasi incredibile. Colgo l’occasione ancora una volta, per ringraziare chi ha riservato a questo momento di preghiera un generoso segno di attenzione , dimostrando che quando batte forte il cuore, ci si apre volentieri alla storia.


L'ORGANO DEL NOSTRO DUOMO
Il nuovo organo e' nato dal desiderio di Mons. Francesco Laruffa, Arciprete del Duomo, di disporre di uno strumento dignitoso e nobile per le assemblee liturgiche .
All' organo ,esistente sin dal 1937 , e che era stato costruito dalla premiata Ditta Schimicci per desiderio dell'allora Parroco Mons. Pasquale Delorenzo, sono state apportate delle modifiche.
Il nuovo organo restaurato e rifatto è opera della ditta Rosario Chichi e Figli di Sovigliano - Vinci ( FI).
Le canne sono 800 collocate in cantoria,completamente rinnovata.
Il prospetto del mobile è a tre arcate di cui la centrale più grande. In esso vi sono collocate a cuspide le canne di mostra.


3 NOVEMBRE 2018
Questa sera , con la celebrazione della Santa Messa accompagnata dal suono melodioso dell'organo centrale sistemato per l evento , la nostra comunità Parrocchiale ringrazierà il suo Pastore don Francesco Laruffa per i suoi 55 anni di presenza tra di noi.
Lo ringrazieremo per averci , in questi lunghi anni, donato tutto il suo sapere, lo ringrazieremo per aver guidato nella fede intere generazioni. Come passa il tempo! Sembra proprio ieri il 3 Novembre del 1963, quando don Francesco giunse nella nostra comunità con l incarico di Parroco, ed eccoci oggi intorno a Lui per manifestargli il nostro affetto e la nostra devozione filiale per tutti questi anni in mezzo a noi. IL suo contributo di uomo e di sacerdote si è rilevato significativo per tutti noi: abbiamo imparato e ricevuto molto da lui, soprattutto per la preziosa intensità delle sue omelie.
Vi vogliamo bene don Francesco.

LE ANTICHE CAMPANE DEL NOSTRO DUOMO, FUSE NEL 1875
Possiamo affermare con certezza che le due campane antiche, poste sul campanile del nostro Duomo nel 1933 , sono le campane che rintoccavano sul campanile dell'antica nostra matrice, oggi dedicata a Sant'Antonio, al Piano delle fosse,
Ce lo fa intendere la data incisa sulla campana più grande, che è 1875.
Sulla stessa, ben legibile, viene riportato il nome e l'indirizzo della fonderia che le realizzò.

GENNARO DANISI
FABBRICA DI CAMPANE IN NAPOLI
RUVA (RUA) FRANCESCA N. 67.

Abbiamo poche notizie sul Sig. Gennaro Danisi, certo è che in quegli anni era una fonderia molto importante . Molte sue campane si trovano in Basilicata.
Queste due storiche campane , si affiancano alle altre due, sistemate nello stesso periodo nel momento in cui fu installato l'orologio in cima al campanile di Sant'Antonio e che successivamente fu spostato sulla torretta di palazzo Sant'Ippolito, in piazza Matteotti. Le campane dell'orologio, che scandiscono ancora oggi il trascorrere delle ore, furono fuse a Monteleone Calabro, oggi Vibo Valentia, nella fonderia del Sig. Raffaele Scalamandrè nel 1877 per volontà di Luigi Baldari sindaco della nostra citta dal 1840 al 1853 e dal 1855 al 1865.
Su di una ha fatto incidere il suo nome.
Per me la scoperta è una piacevole sorpresa, spero che lo sarà anche per voi.


IL NOSTRO CAMPANILE - LE NOSTRE CAMPANE E LE CORDE CHE LE FACEVANO VIBRARE.
Se questo corde potessero parlare , se queste corde potessero raccontare, se queste corde potessero ritornare indietro nel tempo sono certo che avrebbero molte cose da dire. Loro ,dopo quasi cento anni, sono ancora lì, e sarebbero pronte a muovere il batacchio di quelle bronzee campane in cima al campanile della nostra Chiesa Matrice dedicata al nostro protettore Sant'Ippolito. Da quel lontano 1933, data di inaugurazione del nostro Duomo, il suono inconfondibile delle campane guidate dal movimento di queste corde ,hanno scandito eventi gioiosi e meno gioiosi.
Il suono delle campane hanno scandito per secoli il ritmo delle giornate di tutti i cittadini in tutte le parti del mondo.
Ogni paese, borgo o frazione ha il suo campanile, ogni basilica o cattedrale è affiancata dalla propria torre campanaria, che da sempre ne accompagna la storia.
Oggigiorno ,e da molto tempo ,il suono che ascoltiamo è un suono registrato. Vi assicuro che non è lo stesso del suono del bronzo fatto vibrare dal mitico sagrestano Trieste.
Moltissime sono le tecniche per manovrare queste corde ,ci sono delle scuole per apprendere , ma Trieste non aveva bisogno di scuola . Trieste aveva una sua tecnica particolare ,come suol dirsi suonava ad orecchio, i suoi passaggi musicali erano inconfondibili, io li avrei riconosciuti fra tanti.
Trieste diceva che non bastava tirare una corda, "ci vuole una tecnica acquisita con il tempo che ti porta ,con un tiro diverso della corda a dare intensità al suono".
L'indimenticabile Tieste era il sagrestano-campanaro, il lo consideravo il " musico della comunità ",
a cui era demandato il compito di scandire i momenti di aggregazione, di festa, di dolore, di pericolo.

«È una bella cosa ascoltare il suono delle campane, che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. Ciascuno di noi porta in sé una campana, molto sensibile. Questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona e mi auguro che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie» ( Papa Giovanni Paolo II)


LA TROCCOLA SCOMPARSA
Tra i miei ricordi di fanciullo della settimana Santa , oltre alla processione svolta con tantissimo raccoglimento, vi è la troccola .
La troccola non era altro che una tavoletta di legno
sulla quale erano stati fissati degli anelli di ferro e quindi muovendo la tavola gli anelli producevo un rumore .
Con questo strumento andavamo in giro
per le vie principali proprio nella Settimana Santa, quando le campane non suonavano e  comunicavamo alla cittadinanza l’inizio delle funzioni religiose .
Era un momento molto ambito da tanti bimbi e ricordo che Trieste faceva i turni per accontentarci.


SAN GIUSEPPE
Nella giornata dedicata a San Giuseppe  si festeggiano tutti i papà. Questa giornata è legata ad un particolare ricordo della mia fanciullezza . I miei prozii, Giuseppe e Rosalia Vissicchio, nel 1957 hanno donato il bastone in argento che adorna la nostra bella statua del Santo. Il mio ricordo vola al buon Trieste, sacrestano storico, che un paio di giorni prima della ricorrenza , portava a casa mia questo bastone affinché mia madre lo lucidasse. E mia madre, espletava questo compito con molta devozione.


IL CONFESSIONALE
Il confessionale è un arredo, esistente nelle chiese cattoliche, nel quale viene amministrato il sacramento della penitenza .

Nel nostro Duomo, dedicato a Sant'Ippolito Martire, se ne trovano due identici, ben conservati e di ottima fattura. Avranno certamente 90 anni, il prossimo 2023, quanti sono gli anni dalla consacrazione della nostra Chiesa Matrice.
Questa mattina li ho osservati attentamente, e da infornazioni ricevute sono opera del falegname gioiese Sig. Rocciolo.

DOCUMENTO STORICO- LA CONSEGNA DELLE CHIAVI DEL DUOMO
È certamente anche questa lettera un documento storico legato alla costruzione del Duomo di Gioia Tauro.
L'Ing. Castelli si pregia inviare, scusandosi per il ritardo , le chiavi del nostro Duomo a Mons. Albera Vescovo del tempo.
Mi piace pensare che S.E.le abbia consegnate al nostro mitico Trieste.
Questo documento l ho recuperato durante una mia visita all archivio storico diocesano di Mileto.

LA VIA CRUCIS NEL NOSTRO DUOMO

LA Via Crucis è un rito della religione cristiana. Il percorso si compone di “stazioni”, ovvero tappe che ripercorrono il doloroso cammino di Gesù Cristo che culmina con la crocifissione sul Golgota.
Secondo la tradizione arrivata fino a noi, le stazioni della Via Crucis sono quattordici.
Avete mai alzato gli occhi per guardare le 14 tavole in legno che raffigurano la Via Crucis nel nostro Duomo di Gioia Tauro ?
Sono state sistemate nella nostra chiesa nel 1937. Non ho precise informazioni dell'artista che le ha realizzate. Presuppongo possano arrivare anche loro da Ortisei, come le nostre statue.


IL PORTALE
In genere il portale di una Chiesa ha sempre una simbologia religiosa, il portale è l’ingresso della casa di Dio, chi entra sa che deve rispettare il luogo in cui si trova.
Sono certo che molti non si saranno mai soffermati ad osservare il portale del nostro Duomo. In poco spazio e ben rappresentati sono in evidenza il battesimo, la nascita, la morte e la resurrezione di Nostro Signore. Mentre nella parte alta la Santissima Trinità.
L’opera è stata realizzata nel laboratorio di falegnameria dell’amico Santo Bagalà e posizionato nel 2000. A Santo, persona ingegnosa ed esperta nella lavorazione del legno in questo momento va il mio ricordo. Il suo desiderio, unitamente alla sua consorte Frachea Concetta è stato di donarlo alla nostra Chiesa Matrice in ricordo ed in memoria della  loro figlioletta Maria Antonietta che è venuta a mancare  in giovane età. 
Anche questa è parte della  storia della nostra comunità.
Le sculture di quanto è rappresentato sul portone, sono opera dello scultore ucraino Eugeniom
A Maria Antonietta Bagalà (17.01.1983 – 13.12.1992 )  va il nostro amorevole ricordo. 

IL ROSONE SUL PORTALE
Il bel rosone in vetro, dai colori smaglianti è opera dell'artista gioiese Sante Pellicanò.

IL VENERDÌ SANTO
Il Venerdì Santo è un giorno di grande importanza per la religione cristiana. È il giorno in cui viene commemorata la crocifissione di Cristo. Suggestiva nel passato era la processione del Venerdì Santo per le vie della nostra città. Appena dopo il tramonto l' antica "varetta " di Gesù morto, seguita dalla statua della Madonna Addolorata, percorreva le vie principali che per l'occasione venivano oscurate.
Si creava una atmosfera magica quasi mistica che ti immergeva e ti faceva rivivere con intensità emotiva, la triste giornata della crocifissione di Nostro Signore.
Un evento struggente e vissuto con intensa partecipazione da tutta la città.
Come ha ricordato giorni fa, l'amico Luciano Ardissone, per molti anni le signore incaricate all 'addobbo della varetta, con fiori, ricordo dei mazzetti di viole e tulle ,erano le signore Giulia Genovese e Lina Ardissone ed io ricordo anche la signorina Latorre .
NOTE STORICHE
Non abbiamo molte notizie sulla statua in cartapesta del Gesù morto. Sappiamo che è stata restaurata nel 1999 dalla pittrice Perla Panetta Napoli. Il tempietto è stato progettato dall"Arch. Carmelo Raco ed i lavori sono stati eseguiti dagli ottimi falegnami Gaetano Cicciari e Sergio Madafferi.

LE CORONE DELLA MADONNA DEL ROSARIO
24 settembre 1954
Incoronazione della S.Immagine della Madonna del SS. Rosario.
( Dalla cronistoria della Parrocchia di Sant'Ippolito di Mons.Pasquale De Lorenzo)
Alle ore 15 , arrivo di S. E.Rev.Mons.Vescovo De Chiara .La folla gremita tutta la piazza ed inneggiava alla Madonna, mentre i bimbi sventolavano bandierine bianche con la scritta W Maria.
Si procede alla benedizione delle due corone sostenute su due cuscini ricamati da due fanciulli, Alfonso Anastasio e Antonio Cortese. E poi ,fra l'entusiasmo dei fedeli che sventolavano i loro fazzoletti bianchi, il suono della banda, lo sparo di bombe, S.E. il Vescovo pone le corone sul capo della Madonna e del Bambinello .
Le corone in argento dorato, cesellate dalla ditta Tavani di Roma sono dono del Gruppo Donne Cattoliche. Al termine della S. Messa si portò in processione la S.Immagine per il corso.
La cerimonia ha avuto un carattere di massima solennità, ed il popolo ha corrisposto con slancio , commozione e pianti di gioia.Indimenticabile giornata che dovrà segnare benefici effetti. 
In tutti ha lasciato un dolce ricordo, dicendosi fortunati di aver potuto assistere ad una cerimonia così solenne ed unica.
Il Santo Padre Pio XII si è designato di mandare il seguente telegramma. 
" Augusto Pontefice lieto solenne incoronazione Sacra Immagine SS. Rosario Parrocchia Santo Ippolito Gioia Tauro e consacrazione fedeli Cuore Immacolato Maria Invoca su Pastore e Gioia larga effusioni materne favori celeste Regina invia di cuore confortatrici cristiano rinnovamento implora Apostolica Benedizione"
Alla fine del suo ricordo , precisa che don Luigi Albonico aveva prodotto documentario . Purtroppo non so
no riuscito a recuperarlo.


INCORONAZIONE STATUA M.SS.DEL ROSARIO 1999
Un ringraziamento al nostro Parroco Mons. Francesco Laruffa che ha voluto fortemente la realizzazione di queste due corone in oro che andranno ad impreziosire la statua della Madonna del Rosario.
Un ringraziamento al popolo gioiese per la sua magnanimità. 
Grazie Carmelo per aver postato queste corone, frutto del tuo lavoro, del tuo ingegno di artista, di cittadino gioiese che ha voluto manifestare la sua devozione alla SS.ma Vergine Maria attraverso lo splendore di questo ornamento.Alla cittadinanza tutta va il merito di quanto amorevolmente donato per la realizzazione di questo capolavoro che resterà in eterno in memoria e gloria della nostra comunità.
Dalla relazione dell'Arch. Carmelo Raco


Le due corone sono state realizzate affinché venisse incoronata la statua della Madonna del SS. Rosario col Bambino (opera lignea del 1914 conservata all’interno del Duomo di Gioia Tauro).

Qualche nota storica e tecnica può essere utile affinché si comprenda bene ed al meglio l’importanza delle stesse. La prima corona ad essere realizzata è stata quella del Bambinello che ha un diametro di 12 cm per un’altezza di 18 cm.

Il primo elemento è il Crocefisso – sempre al centro della fede – incastonato nell’anello portante, vero capotraccia per le altre figure che si susseguono ai lati con la rappresentazione in forme stilizzate delle pie donne piangenti, le quali riproducono il dramma della tragedia in tutta la sua esasperazione. Nei loro gesti si congiungono i due passaggi dell’evento determinante di Cristo, la morte e la resurrezione.

Altra figura predominante della corona è l’Angelo. Esso rappresenta un anello di congiunzione fra il mondo terrestre e quello celeste. Librante in aria con ali ponderose spianate in volo, con il braccio teso verso lo spettatore, passa la Sindone, il Sacro Lenzuolo. Infine gli Apostoli, accostati da vibranti piani avvolgenti che chiudono la composizione cilindrica delle figure bibliche cariche di energia che esprimono appieno il dramma della passione. Essi sono testimoni del tempo e, con il gesto di accogliere dall’Angelo la Sindone, si assumono la responsabilità di trasmettere fedelmente i fatti storici accaduti.

La seconda corona, più grande, è quella della Madonna, con dimensioni di 18 cm di diametro alla base e di 20 cm di altezza.  La stessa è composta da ben nove figure incastonate in un complesso sistema di piani ed aste ritte e concentriche che esprimono dinamismo ed energia vitale al contesto figurativo, rendendo evidenti i segni di giubilo.

Le prime figure realizzate sono state l’Arcangelo e la Madonna, figura esile di ragazza adolescente. Essa è investita dall’enorme dovere divino per bocca dell’Arcangelo Gabriele, impaurita e tremolante di fronte alla figura angelica. Maria, fiduciosa della grazia di Dio, non esita ad accogliere in se il frutto del grande evento. Segue la Sacra Famiglia e la figura imponente di Dio che comanda all’incaricato Messaggero, l’Arcangelo Gabriele, di portare il grande Annuncio all’ancora adolescente Maria.

Per finire con il gruppo inscenato dell’assunzione in cielo della Vergine accompagnata dal Figlio. Quando tutto si è compiuto per volere di Dio, tutto si placa, è giubilo! Alla dimora del Padre, ritorna Maria coronata di stelle, portata dal Figlio.

Con le seguenti parole San Giovanni Paolo II, nell’udienza del maggio 1999, in piazza San Pietro, ha benedetto le due corone presentategli da Mons. Francesco Laruffa (allora parroco del Duomo della Città di Gioia Tauro): “Ho il piacere di benedire le corone auree della Parrocchia di Sant’Ippolito di Gioia Tauro che saranno imposte all’Effigie della Madonna con Bambino dal Cardinale Moreiera”.

Le corone riportate a Gioia Tauro e custodite in eleganti cofanetti, furono esposte in piazza Duomo, a Gioia Tauro, il 30 maggio dello stesso anno. Il cardinale Lucas Moreiera Neves, allora prefetto della Congregazione dei Vescovi, celebrò nell’occasione la solenne cerimonia dell’Incoronazione, alla quale parteciparono l’allora Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria, mons. Vittorio Mondello, l’allora vescovo della diocesi di Oppido-Palmi, mons. Domenico Crusco, oltre ad altre autorità civili, militari e religiose.

La prima delle corone che venne imposta nel corso della solenne cerimonia, dalle mani del cardinale Moreira Neves, fu quella del Bambino, a cui venne dedicato il titolo di Piccolo Bambino eterno, Dio Salvatore del mondo, successivamente quella della Madonna con il titolo di Regina della famiglia modello del genio femminile.

La riscoperta delle corone ha fatto emergere nell’attuale parroco del Duomo di Gioia Tauro, don Antonio Scordo, la ferma volontà di realizzare un’opera che possa testimoniare la generosità dei fedeli e la devozione alla Vergine Santa ed al Bambino. Nello stesso tempo, l’itinerario teologico impresso in oro dall’abilità del Maestro Raco permetterà di iniziare un percorso d’arte e fede.


Nel corso della solenne celebrazione per l’ingresso della Sacra Reliquia di Sant’Andrea nel nostro Duomo, ho tenuto a precisare che il “ gioiello” era stato preparato nell’antica fonderia dei Fratelli Tavani in Roma. La stessa fonderia che alcuni anni prima aveva cesellato le corone in oro della statua della nostra Madonna del Rosario, opera anche questa del Maestro Raco. Ma la mia grande sorpresa è sapere che anche le corone in argento dorato usate il 24 Ottobre del 1954 per l’incoronazione della Madonna e del Bambinello volute da Mons. Pasquale De Lorenzo , sono opera della medesima fonderia dei Fratelli Tavani. E’ quasi incredibile. Colgo l’occasione ancora una volta, per ringraziare chi ha riservato a questo momento di preghiera un generoso segno di attenzione , dimostrando che quando batte forte il cuore, ci si apre volentieri alla storia.



LA STATUA DI SANT'IPPOLITO NELLA CHIESA DI ERANOVA 1918
Nel 1896 nasceva nel comune di Gioia Tauro una nuova frazione denominata Eranova. L'ideatore fu il Sig. Ferdinando Rombola' che ribellandosi alla famiglia Nunziante costruì la propria abitazione nel territorio che cadeva nel comune di Gioia Tauro. La sua decisione fu seguita da molte altre famiglie ,a tal punto che nel 1902 furono in grado di richiedere l'istituzione , come parrocchia, della chiesa costruita a spese loro.
Nel 1918, la famiglia Plateroti in memoria della giovane nipote Maria Stella morta di spagnola, dono' alla devozione dei fedeli di Eranova questa statua di Sant'Ippolito. Collocata nella Chiesa di Eranova dedicata a San Giuseppe, vi rimase sino alla demolizione della stessa, demolizione avvenuta per la costruzione del porto .
. Questi scatti sono stati effettuati nell' anno 2000 dal Prof.Rocco Ruggiero e nello stesso periodo dall'amico Domenico Luca'. Da quella data ,non si hanno più notizie di questa statua.
OGGI UNA NOTIZIA CHE HA DELL 'INCREDIBILE
Alcuni giorno fa vi ho postato la breve storia , suffragata da alcune foto fatte da Rocco Ruggiero e Domenico Luca' ,della statua di Sant'Ippolito conservata nella chiesetta dedicata a S.Giuseppe nel villaggio di Eranova sino alla sua demolizione e mai più ritrovata . Come ben ricordate la statua era stata offerta dalla famiglia Plateroti di Gioia in memoria della nipote Maria Stella deceduta in giovane età. Sino all'altro ieri disconoscevamo l'autore. Oggi dopo 102 anni, con grande gioia ,grazie ad una ricerca caparbia ed approfondita del Maestro Carmelo Raco, al quale va il mio ringraziamento, siamo in grado di comunicarvi il nome dell'artista ed il luogo in cui è stata realizzata quest'opera di indubbio valore artistico nella persona di Sebastiano Mustari di Taverna.
Vi allego un passaggio di una più lunga relazione scritta dal pronipote.
" Molte delle notizie su Sebastiano Mustari sono state desunte dalla memoria familiare e locale che ci ha tramandato il ricordo di una fiorente bottega d'arte nel quartiere di S.Angelo a Taverna.
Da queste tracce sono emerse le informazioni sulla sua vita ed attività artistica nella città presilana. È comunque la pur ridotta cronologia delle opere realizzate dal 1903 al 1917 che ci aiuta a stabilire il suo costante impegno lavorativo a Taverna fino al 1918, ultimo anno di vita ".
Sebastiano Mustari era nato nel 1850.
Il documento più importante è la scheda n. 25 dove vengono riportati i dati e la destinazione di Gioia Tauro con la nota - opera documentata ma non RINTRACCIATA.
Sarebbe un gran dono recuperarla in quanto opera che appartiene alla storia della nostra comunità.

ARREDO SACRO ANTICO

LA FLOREA

In questi giorni di festa, l'altare del nostro Duomo è adornato da un elemento molto antico. Si tratta della frangia che vedete nelle foto. Il nostro don Antonio ha voluto decorare ,con questo ricamo in fili d'argento , la Mensa Eucaristica per celebrare la solennità di queste giornate di fede. 

L'altra sera, nel dare il saluto alla nostra bella statua della Immacolata Concezione, mi sono soffermato su questo arredo sacro. Personalmente lo ricordo da sempre, insieme ad un altro in tela bianca di lino  con la rappresentazione dell'Eucarestia in fili d'oro.

Ho avuto modo di parlare con don Antonio, e mi ha assicurato che questo arredo proviene dalla antica nostra chiesa Matrice che al tempo era al Piano delle Fosse. Gli arredi recuperati sono stati pochissimi, ecco perchè questo ha un valore storico per la nostra comunità.

Tutto ciò, per vostra conoscenza!

 LE CANDELE IN CHIESA

Chissà quante volte, seduti tra i banchi della navata centrale della nostra bella Chiesa Matrice, avrete contato le colonne che la delimitano. Se non vi ricordate vi dico che abbiamo sei volte a destra e sei volte  a sinistra  con rispettive cinque colonne da ambo i lati. 
Ma quello che desidero indicarvi oggi, non sono le colonne, bensì quei piccoli portacandela in ferro battuto che sono sistemate su ogni colonna e che ho provveduto a fotografare.
Molti oggetti, quasi involontariamente, portano alla mente  un ricordo.
E questi piccoli ornamenti fanno volare la mia memoria a quasi 70 anni fa.
E vi dirò il perchè.
L'indimenticato Mons. Pasquale De Lorenzo, in determinate occasioni liturgiche ed in special modo il Venerdi Santo al Vespro, spegneva tutte le luci e illuminava la chiesa con la fiammella  delle candele che, per l'appunto, aveva fatto sistemare in queste piccole portacandele. Si creava così un'atmosfera di raccoglimento che invitava alla preghiera e alla riflessione.
Personalmente, sono stato sempre affascinato dalla luce delle candele.
Il termine candela deriva dal latino "candere", essere bianco, splendere. 
Nelle Chiese , prima della diffusione dell'elettricità, insieme alle lampade ad olio, le candele erano una fonte importante di illuminazione.
Rappresentano da sempre la luce che dà equilibrio e calore all'anima.
Da precisare che gli attuali  portacandele presenti nel Duomo, sono opera del Maestro Cosimo Allera, che alcuni anni fa, ha ripreso quelli preesistenti.

LA MADONNA NEL RECINTO
24 Maggio 1959 – Inaugurazione , nel recinto della Chiesa Matrice , del Monumento dedicato alla Madonna Immacolata in ricordo del 1° centenario delle apparizioni di Lourdes. 

DALLA CRONISTORIA DELLA PARROCCHIA DI S. IPPOLITO DA PARTE DELL’ARCIPRETE CURATO MONS. PASQUALE DE LORENZO DAL 1924 AL 1963.
La benedizione viene impartita da S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo De Chiara , nostro amatissimo Vescovo, che celebra la S. Messa su apposito palco all’aperto , tenendo il discorso inaugurale e consacrando la Parrocchia al Cuore Immacolato di Maria .Il monumento e’ opera del Cav.Angelini Leone di Querceto (Lucca) . Il blocco di granito fu cavato e lavorato nelle cave di Nicotera. La chiusura in pannelli di rete del recinto e’ opera dei Fratelli Rocco e Ippolito Gaglioti. La direzione dei lavori fu affidata al Sig. Architetto Bagalà di Palmi . L’omaggio floreale da parte dei numerosi parrocchiani e’ riuscito imponente . La presenza del Sig. Sindaco della Città Comm. Rocco Sciarrone , accompagnato dagli Assessori ,Antonino Arlacchi e Aldo Anastasio ,unitamente alla Giunta ed a tutte le organizzazioni civili e militari , hanno reso la giornata memorabile. 
Mons. De Lorenzo , termina il suo scritto annotando che la manifestazione e’ stata registrata ‘’ su pellicola’’ dal Sig. Luigi Albonico .
Ed io , cari amici, sono riuscito a recuperare questo ‘’ Documentario ‘’ ed oggi, dopo 55 anni ,sono ben felice proporlo alla vostra visione , rivolgendo, come fatto in precedenza, un doveroso ringraziamento al Sig. Luigi Albonico . Buona visione

IL NUOVO ORGANO
Il nuovo organo e' nato dal desiderio di Mons. Francesco Laruffa, Arciprete del Duomo, di disporre di uno strumento dignitoso e nobile per le assemblee liturgiche .
All' organo ,esistente sin dal 1937 , e che era stato costruito dalla premiata Ditta Schimicci per desiderio dell'allora Parroco Mons. Pasquale Delorenzo, sono state apportate delle modifiche.
Il nuovo organo restaurato e rifatto è opera della ditta Rosario Chichi e Figli di Sovigliano - Vinci ( FI).
Le canne sono 800 collocate in cantoria,completamente rinnovata.
Il prospetto del mobile è a tre arcate di cui la centrale più grande. In esso vi sono collocate a cuspide le canne di mostra.


LA STATUA DEL CRISTO RISORTO NEL RICORDO DELLA MIA FANCIULLEZZA.


Le campane annunciano la Resurrezione.
Il giovedì della Settimana Santa il suono delle campane cessa al canto del Gloria durante la celebrazione della Santa Messa .
Riprendono solamente nel momento della Resurrezione di nostro Signore che nel passato ,nei miei ricordi, coincideva con l'inizio del canto del Gloria durante la Messa di mezzanotte. Successivamente, credo di ricordare bene, la Messa venne spostata a mezzogiorno di domenica e solo allora le campane riprendevano a suonare a festa annunciando la Resurrezione di nostro Signore.
Per questo momento di gioia, nel nostro Duomo, veniva sistemato al centro ed in alto dell'antico altare,questa statua del Cristo Risorto coperta allo sguardo dei fedeli da un drappo rosso che copriva tutta la navata centrale. Al momento del Gloria il drappo rosso veniva aperto come un sipario , e tra canti di gioia ,profumo d' incenso e dal suono incessante delle campane, suonate da Trieste con grande trasporto, appariva la statua del Cristo in una nuvola di fumo. Era un momento di evidente emozione, ed io bimbo, assistendo alla funzione religiosa, nel momento in cui il drappo rosso veniva aperto, sentivo il desiderio di battere le mani in un applauso di felicità . 
Speriamo che la Resurrezione di nostro Signore possa portare una luce di speranza e un po’ di conforto a tutte le persone che oggi soffrono. Buona Pasqua a tutti. 
La statua è di gesso, di autore sconosciuto, risalente all'inizio del secolo scorso


ASSOCIAZIONE CITTADINA PORTATORI DI SANT’IPPOLITO MARTIRE – GIOIA TAURO
Nel 1998, venne istituita per desiderio di Mons. Francesco Laruffa e con la buona volontà di alcuni fedeli gioiesi tra cui : Antonio Romano, Biagio Russo ,Nicola Scalamandre, Antonio Calabro',Ciccio Barbaro,
l’Associazione Cittadina Portatori di Sant’Ippolito Martire . In breve tempo aderirono molte persone, quasi cinquanta, desiderose di onorare , durante le processioni e non solo, la statua del nostro Santo Patrono e naturalmente tutte le altre effigie dei santi presenti nelle nostre chiese durante le loro ricorrenze. Da quella data per le vie cittadine e con molta devozione, li vediamo sorreggere a spalla le statue in occasione delle festività. Il 9 Agosto 2013, Mons. Francesco Laruffa , a tutti i portatori, ha consegnato in segno di appartenenza e di devozione, un medaglione in bronzo.
RICEVO DA ANTONIO ROMANO
Carissimo Francesco. Volevo precisare e ricordare che coloro che hanno fondato l’associazione , con il volere di Mons. Laruffa, sono stati solo ed esclusivamente, oltre che il sottoscritto in collaborazione con Biagio Russo ,Nicola Scalamandre e Ciccio Barbaro. Questa iniziativa nacque in quanto precedentemente al 1998 il santo patrono veniva condotto in processione su di un furgone, cosi si decise di fondare una specifica associazione di portatori per condurre il Santo a spalla, reperendoli man mano nel corso della processione ottenendo favorevole riscontro alla collaborazione fino a formare l’associazione che e’ arrivata a contenere ben 80 portatori , contro l’ideologia che il Santo doveva essere portato solo dai parrocchiani e non qualsiasi cittadino gioiese.con la speranza che questa realtà per mano di chi mi ha subentrato perduri nel tempo con la stessa devozione con cui e stata formata. 

LA RELIQUIA DI SAN GIOVANNI XXIII

Il 27 Aprile 2014 venne accolta nel nostro Duomo, con grande devozione, da Mons. Francesco Laruffa e da una moltitudine di fedeli, la Reliquia di San Giovanni XXIII.
Il Papa buono è presente nel nostro luogo di preghiera a segnale del suo coraggio e della sua testimonianza sulla misericordia di Dio.

SAN GIOVANNI BOSCO
I padri Salesiani hanno festeggiato il Santo dei giovani con una solenne Celebrazione Eucaristca. Al termine una lunga fiaccolata di giovani ha raggiunto il Duomo fernandosi con preghiere e canti davanti alla statua lignea di San Giovanni Bosco conservata nella casa del fanciullo.
Su questa statua del Santo  è un'opera del valente artista Domenico Mazzullo di Oppido Mamertina al quale gli era stata commissionata dal Sig. Umberto Saccà, papà del nostro amico Gioacchino, intorno agli anni sessanta. Il Sig. Umberto ( 1897- 1970) aveva ultimato gli studi a Torino presso i Salesiani , devotissimo a San Giovanni Bosco , con questa statua, ha voluto lasciare alla cittadinanza il segno della sua devozione.

IL PAVIMENTO DI GRANIGLIA

In epoca successiva all'apertura, il pavimento della Chiesa fu ultimato, come lo vediamo adesso. Fu usata la graniglia di marmo e fu una scelta ottima.
Il pavimento in graniglia di marmo rappresenta quindi la tipologia di pavimentazione più nota e apprezzata di tutti i tempi, ottenuta attraverso l’impasto di piccolissimi frammenti di marmo legati insieme con cementi e ossidi naturali che permettono una volta posato di avere uno spessore veramente minimo. Grazie a questa struttura, le pavimentazioni sono caratterizzate da una resistenza molto elevata, oltre che ad una durevolezza nel tempo e inoltre sono particolarmente indicate a zone ad alto calpestio e usura.
La graniglia, un materiale povero ma di grande effetto.

LA STATUA DELLA MADONNA NEL RECINTO.
24 Maggio 1959 – Inaugurazione , nel recinto della Chiesa Matrice , del Monumento dedicato  alla Madonna Immacolata in ricordo del 1° centenario delle apparizioni di Lourdes. 
DALLA CRONISTORIA DELLA PARROCCHIA DI S. IPPOLITO DA PARTE DELL’ARCIPRETE CURATO MONS. PASQUALE DE LORENZO DAL 1924 AL 1963.
La benedizione viene impartita da S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo De Chiara , nostro amatissimo Vescovo, che celebra la S. Messa su apposito palco all’aperto , tenendo il discorso inaugurale e consacrando la Parrocchia al Cuore Immacolato di Maria .Il monumento e’ opera del Cav.Angelini Leone di Querceto (Lucca) . Il blocco di granito fu cavato e lavorato nelle cave di Nicotera. La chiusura in pannelli di rete del recinto e’ opera dei Fratelli Rocco e Ippolito Gaglioti. La direzione dei lavori fu affidata al Sig. Architetto Bagalà di Palmi . L’omaggio floreale da parte dei numerosi parrocchiani e’ riuscito imponente . La presenza del Sig. Sindaco della Città Comm. Rocco Sciarrone , accompagnato dagli Assessori ,Antonino Arlacchi e Aldo Anastasio ,unitamente alla Giunta ed a tutte le organizzazioni civili e militari , hanno reso la giornata memorabile. 
Mons. De Lorenzo , termina il suo scritto annotando che la manifestazione e’ stata registrata ‘’ su pellicola’’ dal Sig. Luigi Albonico .
Ed io , cari amici, sono riuscito a recuperare questo ‘’ Documentario ‘’ ed oggi, dopo 55 anni ,sono ben felice proporlo alla vostra visione , rivolgendo, come fatto in precedenza, un doveroso ringraziamento al Sig. Luigi Albonico . Buona visione .



IL DIPINTO
Ieri sera, il nostro Parroco don Antonio Scordo ha presentato l artista Fabrizio Diomedi che realizzerà , con una tecnica particolare, l affresco che andrà ad impreziosire il nostro Duomo.
Il nostro personale ringraziamento a don Antonio che ha desiderato fortemente che questa importante opera si realizzasse.
Il lavoro sarà ultimato per la fine di luglio.
Don Antonio ha ringraziato tutti chiedendo la collaborazione dei fedeli.

Fabrizio Diomedi (1976) è nato a Corridonia (MC). 




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