LE CANDELE IN CHIESA

FRANCESCO ANASTASIO

 LE CANDELE IN CHIESA

Chissà quante volte, seduti tra i banchi della navata centrale della nostra bella Chiesa Matrice, avrete contato le colonne che la delimitano. Se non vi ricordate vi dico che abbiamo sei volte a destra e sei volte  a sinistra  con rispettive cinque colonne da ambo i lati.
Ma quello che desidero indicarvi oggi, non sono le colonne, bensì quei piccoli portacandela in ferro battuto che sono sistemate su ogni colonna e che ho provveduto a fotografare.
Molti oggetti, quasi involontariamente, portano alla mente  un ricordo.
E questi piccoli ornamenti fanno volare la mia memoria a quasi 70 anni fa.
E vi dirò il perchè.
L'indimenticato Mons. Pasquale De Lorenzo, in determinate occasioni liturgiche ed in special modo il Venerdi Santo al Vespro, spegneva tutte le luci e illuminava la chiesa con la fiammella  delle candele che, per l'appunto, aveva fatto sistemare in queste piccole portacandele. Si creava così un'atmosfera di raccoglimento che invitava alla preghiera e alla riflessione.
Personalmente, sono stato sempre affascinato dalla luce delle candele.
Il termine candela deriva dal latino "candere", essere bianco, splendere.
Nelle Chiese , prima della diffusione dell'elettricità, insieme alle lampade ad olio, le candele erano una fonte importante di illuminazione.
Rappresentano da sempre la luce che dà equilibrio e calore all'anima.

Da precisare che gli attuali  portacandele presenti nel Duomo, sono opera del Maestro Cosimo Allera, che alcuni anni fa, ha ripreso quelli preesistenti.








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