BOMBARDAMENTO A GIOIA TAURO 20 FEBBRAIO 1943 DI VITTORIO SAVOIA

 Buon giorno e buon venerdì - Seconda guerra mondiale - Bombardamenti a Gioia Tauro e nella Piana. (di Vittorio Savoia)

(Tra qualche giorno ricorre il 79°anniversario del "Bombardamento a Gioia Tauro") -  Il 20 febbraio 1943, bombe nemiche seminarono la morte di tantissimi incolpevoli gioiesi. 



VITTORIO SAVOIA

All’inizio del 1943, l’Italia si trovava allo stremo, la situazione su tutti i fronti di guerra era, praticamente, senza controllo. Il re l’aveva detto a Mussolini quando, prima di ordinarne l’arresto, lo convocò a Villa Savoia in Roma: “Caro Duce l’Italia è in tocchi. L’esercito è moralmente a terra. I soldati non vogliono più battersi.”‘ Nei primi due anni di guerra la R.A.F. martella, giorno e notte, le città del Nord, spingendosi raramente a sud di Firenze, ma con l’arrivo degli Americani (estate 1942) s’intensificarono i bombardamenti su tutto il territorio italiano e sulle regioni meridionali in particolare. Nessuna città, grande e piccola, del Sud venne risparmiata. Così se Napoli fino al 4 dicembre 1942 aveva subito solo sei incursioni, da quella data ne subì quasi 200, mentre la Calabria meridionale, a cominciare da Reggio, colpita per la prima volta il 27 gennaio 1943, venne martellata in continuazione, a ondate successive prima dagli Americani, che partirono dalle basi libiche e algerine e poi dagli Inglesi, che decollarono da Malta. Da gennaio 1943 si può dire che i nostri avi ebbero la guerra in casa. Gli Alleati attestatisi in Africa settentrionale e padroni del Mediterraneo erano intenti a preparare uno sbarco in Sicilia. Per scoraggiare e colpire la popolazione civile iniziarono una serie di bombardamenti su tutta la Penisola. In questo modo il 1943 diventò per gli italiani l’anno delle bombe, dell’oscuramento, degli sfollamenti. A tre anni dalla entrata in guerra dell’Italia si videro solo sconfitte, umiliazioni ma soprattutto perdite umane spaventose. Le direttive degli Alleati circa la strategia dei bombardamenti prevedeva lanci di bombe diurni e notturni che poi corrispondevano, nell’ambito delle due massime autorità politiche e militari alleati, a due specifiche strategie. I due responsabili del Bomber-Command alleato erano il Maresciallo dell’aria sir Arthur Harrisdella RAF britannica e il generale Ira Eaker dell’8° Army Air Force americana. Gli americani continuavano a credere fermamente, come nel 1942, nell’efficacia dei bombardamenti diurni di precisione da alta quota, anche se i fatti dimostrarono che solo una esigua percentuale delle loro bombe colpì effettivamente i bersagli specifici, mentre la percentuale più alta fece scempio di abitazioni civili o si disperdeva in modo vano. Gli Alleati iniziarono a bombardare la Calabria già dal gennaio 1943 con incursioni su Catanzaro (25.1), Reggio Cal. (27.1), piccoli centri come Amantea, Cittanova, Gioia Tauro (20.2) e poi Cosenza (1.3), Vibo Val. (12.4), Paola (11.6), e ancora a Reggio Cal. (ben due volte in luglio) fino allo sbarco sul suolo calabrese del 3 settembre[1]

«Il 20 febbraio 1943, mentre il sole stava per tramontare, aerei nemici venendo dal mare, passarono sopra Gioia Tauro e Cittanova, lasciando cadere bombe. Si videro prima delle nuvole di polvere sollevarsi da terra ed un istante dopo si sentirono scoppi fortissimi che fecero tremare le case. Gli aerei procedettero ordinati ad angolo, senza fretta come in una esercitazione e pareva che non ci fosse relazione tra essi e gli ordigni che scoppiavano a terra, cagionando morti e rovine”

A Gioia Tauro, alle ore 17,25 di quel brutto giorno, un’incursione aerea nemica (angloamericana), confondendo la segheria Caratozzolo con un obiettivo militare, lanciò 5 bombe che procurarono danni al Duomo per lo spostamento dell’area e distrussero diversi fabbricati, compreso la sopra citata segheria (zona Monacelli), causando, purtroppo, la morte di moltissime persone. Tra i primi ad accorrere vi furono il Podestà avv. Antonio Cordopatri ed il vice comandante delle guardie municipali cav. Rocco Toscano, nonché un nutrito gruppo di soldati della vicina guarnigione che cercavano da dare un primo aiuto ai feriti. (Un giovane portava adagio in una carriola il padre, Francesco Caratozzolo (titolare della segheria), sanguinante con la mandibola inferiore che gli pendeva sul petto. Lo portava – era ancora vivo – alla ricerca disperata di un medico, di uno dei pochissimi medici che avevamo in paese; una corsa pietosa e senza speranza).

I defunti ricevettero l’Estrema Unzione, essendosi portati, subito, sul posto il parroco don Pasquale De Lorenzo ed il sac. Giuseppe Minà.

Il Bollettino n. 1002 del 21 febbraio 1943, recitava solamente così: ” II Quartier Generale delle Forze Armate comunica in data 20 febbraio: … sono state sganciate alcune bombe in Calabria sulle località di Amantea, Gioia Tauro e Cittanova. Alcune vittime fra la popolazione civile …”

«La Stampa» del 25 febbraio 1943, in un trafiletto a fondo pagina, riportava l’elenco ufficiale delle vittime degli ultimi bombardamenti e per quel che riguarda le tre cittadine calabresi indicava 21 morti e 20 feriti ad Amantea; 32 morti e 50 feriti a Gioia Tauro e 60 morti e 100 feriti a Cittanova. L’ordine perentorio era quello di minimizzare le perdite e dimezzare il numero delle vittime. Anche il «Corriere della sera» del 10 aprile 1943 accennava al bombardamento delle tre cittadine calabresi, mentre nel numero del giorno dopo si diffuse ampiamente sul bombardamento di Crotone.

Il 20 marzo fu celebrata, a Gioia, una solenne messa in memoria di tutte le vittime delle incursioni del 20 febbraio, presenti i familiari e le Autorità. La popolazione gioiese, dopo il bombardamento, cercò di “sfollare”, essendo, Gioia Tauro, un posto pericoloso per la presenza dei ponti, delle stazioni ferroviarie e del mare; molte famiglie si stabilirono nelle campagne o in altri paesi. Nel luglio del 1943 lo sfollamento si intensificò, ma molte persone non intendevano allontanarsi da Gioia. Nel frattempo le autorità militari insistettero che il paese fosse sfollato completamente, perché il pericolo della guerra, giorno per giorno, diventava più minaccioso; finalmente, dietro insistenze del colonnello comandante, di stanza a Gioia, il primo agosto quasi tutte le famiglie sgomberarono le case per andare in lidi più sicuri. Alle ore 13,40 del 4 agosto, improvvisamente, senza allarme, gli apparecchi nemici bombardarono la stazione, dove era fermo un treno carico di benzina, di nafta e un vagone di munizioni.

Il treno iniziò ad incendiarsi e dopo mezz’ora il fuoco arrivò al carico di munizioni che scoppiò con grande fragore, causando molti feriti nel personale militare che, trasportati all’Ospedale di Iatrinoli (Taurianova), in parte morirono. Tra i civili vi fu un morto, pochi feriti gravi ed alcuni leggeri. Per i danni subiti dallo spostamento d’aria la chiesa parrocchiale di S. Ippolito Martire, venne, di nuovamente chiusa al culto. Il 5 agosto 1943 lo sfollamento delle famiglie, a Gioia, era completo; restavano pochissime persone, tra questi il sac. Giuseppe Saccà ed i carabinieri. Gli uffici comunali furono trasferiti a Villa Cordopatri. Il 9 agosto anche l’ufficio parrocchiale si trasferì nel vicino comune di Rizziconi, dove si era riparata la maggior parte dei fedeli della Parrocchia.

Per le poche persone rimaste in paese, con il sac. Giuseppe Saccà, restava aperta al culto la chiesetta di S. Antonio. Fino alla fine di agosto i bombardamenti, a Gioia, continuarono specialmente alla stazione, sui ponti, ferroviari e stradali del fiume Petrace, e specialmente sulla spiaggia di Gioia Tauro, per le zattere che facevano servizio con la Sicilia; .in quelle occasioni le bombe causarono danni alla Chiesa di Maria SS. di Porto Salvo e distrussero alcuni fabbricati vicini.

Occupata in meno di due mesi la Sicilia, il 3 settembre si firmava a Cassibile l’armistizio. Nello stesso giorno, all’alba, le truppe anglo-americane sbarcavano a Gallico. L’attraversamento dello Stretto di Messina, compiuto dalla ottava armata inglese, fu sostenuto da una grossa operazione militare di copertura organizzata sui monti Peloritani, a ridosso della città di Messina. A Reggio Calabria, all’arrivo a Palazzo S. Giorgio, il generale Montgomery fu ricevuto dal Podestà Michele Barbaro, dagli ex deputati Domenico Tripepi, Antonio Priolo e dal  socialista Vincenzo De Angelis.

Il generale Montgomery, seduta stante, nominò Sindaco di Reggio Calabria il socialista On. Antonio Priolo.

Nelle concitate ore di sbarco alleato il Generale Patton, comandante della VII armata americana, con i suoi paracadutisti scendeva nella Piana di Gioia Tauro. I punti di contatto a terra erano stabiliti a macchia di leopardo ma il grosso delle armi e degli uomini scendeva a Rizziconi in contrada Troncone-Sambiase cioè alle spalle della divisione tedesca Goering attestata tra Gioia Tauro e Rizziconi ma con deposito di munizioni in Contrada Morti. Il primo contatto tra anglo-americani e tedeschi dell’armata Goering si ebbe a qualche ora dallo sbarco alleato e dall’operazione guidata da Panton. Nei pressi del deposito di munizioni, ubicato a sud della Via S. Maria Inferiore, venivano tagliati i fili del telegrafo ed interrotti i collegamenti del ponte radio con il 53° reggimento.

L’operazione alleata venne scoperta dai tedeschi che spararono su due giovani militari inglesi. Nella notte del 4 settembre scattò il piano tedesco di ritirata verso il Monte Poro, “ si sentivano degli insoliti rumori”. La mattina nei grandi campi germanici pochi autocarri, pochi carri armati, pochi autoblinda; solo qualche macchina , pochi soldati. Il grosso delle truppe era partito. L’armata Goering si mosse da Rizziconi verso Monte Poro, zona che consentiva, dominando la Piana, una migliore difesa. Questo ripiegamento avvenne sotto un fitto cannoneggiamento e sotto i bombardamenti aerei. I danni maggiori, nel comune di Rizziconi, si ebbero nella zona di Russo e nel quartiere Fontana vecchia. Tra il 5 e il 6 settembre il grosso della Gering appostato su Monte Poro iniziò un aspro cannoneggiamento sulla Piana tendente a bloccare l’avanzata degli anglo-americani. I bombardamenti su Rizziconi si susseguirono con cadenza impressionante. Ogni angolo del territorio comunale utilizzabili a rifugio fu affollato di persone che cercavano scampo, per la maggior parte donne, anziani e bambini. I ricoveri più grossi si trovavano sulla strada provinciale Rizziconi - Gioia Tauro, dove venne utilizzato un vecchio collettore delle acque piovane in disuso, e sulla Via S. Maria Inferiore, nelle adiacenze di Vico Gorne, da poco abbandonate dai tedeschi. Secondo la ricostruzione di Argirò sulla “Gazzetta del Sud” le esplosioni continuarono ininterrottamente dalle 12 alle 16 per riprendere verso le 18 fino all’alba, e la bestiale furia nazista continuò anche quando alcuni cittadini issarono sulla torre del campanile della Chiesa di S. Teodoro un lenzuolo bianco in segno di resa: 17 morti e cinquantasei feriti fu il tragico bilancio dell’unica strage nazista registrata in Calabria, la più tragica del Mezzogiorno d’Italia. I feriti venivano curati dal medico Gioffrè, che era rimasto al suo posto, portati da un giovane prete, don Ciccio Riso, gioiese; egli andava girando per le strade incurante della morte che vi aleggiava sopra. La mattina del 7 settembre decine di B59 solcarono il cielo della Piana per coprire l’occupazione di Rosarno che avvenne sotto i bombardamenti tedeschi che lasceranno sul campo centinaia di morti. L’otto settembre, mentre le truppe anglo-americane occupavano la Piana di Gioia Tauro e si scatenava la battaglia per la conquista del pianoro di Mileto e del Monte Poro, veniva reso l’armistizio di Cassibile.

Nel descrivere il bombardamento su Rizziconi, del 6 settembre 1943, Antonio Catananti appunta: “ …nel fuggi fuggi generale, c’è un prete, Francesco Riso(gioiese) che “sfidando le bombe” non si risparmia ad aiutare i feriti, fino a caricarseli sulle giovani spalle; che non trascura di coprire pietosamente quei morti con coperte e lenzuola, che lui stesso afferra dove gli capita o che mani pietose gli porgono; non vuole, don Riso, che al sangue e ai brandelli di carne sparsi per strada possano avvicinarsi cani, o peggio i maiali, che liberi circolano ancora per le vie del paese. Ma il suo dovere è ancora un altro, e lui ben lo sa: ungere d’olio quei poveri resti per dare l’estrema benedizione a quelle donne, a quegli uomini e a quei bambini che, per la maggior parte, così deturpati, più non sembrano corpi.… Melina Sganga 14 anni… il giovane Riso la raccoglie per portarla dal medico, dove, quasi giunto a fatica, la tenera Melina ha solo il tempo di spirare tra le braccia del prete, intrise del suo sangue innocente.” Il 6 settembre 1976, in occasione dell’inaugurazione della stele a ricordo dei caduti del 1943, da lui insistentemente sollecitata e fortemente voluta, il Comune di Rizziconi, per meriti riconosciuti, conferiva a don Francesco Riso una medaglia d’oro al valore civile che lui, come segno della sua grande devozione verso la Madonna, la offriva all’Immacolata Concezione.”

Alle ore 11,00 del 5 settembre entrarono, a Gioia, le truppe alleate ed innalzarono le bandiere (americana ed inglese) sul palazzo del Fascio, dove si insediò il comando militare. Il 7 settembre l’arciprete De Lorenzo, dalla vicina Rizziconi, dove si era sfollato con una buona parte dei fedeli, ritornò in Parrocchia e fece omaggio al comando militare alleato, presieduto da un Tenente che parlava bene l’italiano e si mostrò molto deferente verso l’autorità ecclesiastica. L’otto settembre 1943 divenne operativo l’armistizio, firmato segretamente a Cassibile (SR) qualche giorno prima, ed il 15 successivo l’ufficio parrocchiale ritornò a Gioia, riprendendo la sua attività parrocchiale nella chiesa di S. Antonio che non aveva subito alcuno danno. Nel mese di ottobre si iniziarono i lavori di riparazioni al Duomo ed alla canonica. I fedeli risposero con le loro offerte per i lavori, che vennero eseguite in economia[9].

INSERIAMO L’ELENCO DELLE VITTIME DEL BOMBARDAMENTO DEL 20 FEBBRAIO 1943 A GIOIA TAURO:

1) BERTONI LUCIO SALVATORE FU GIUSEPPE E FU CIOPPI TERESA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 54.

 2) TRIPODI MARIA ROSA DI GIUSEPPE CARMELO E DI STILLITANO CARMELA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 25.

 3) TRIPODI GIUSEPPE DI FRANCESCO E DI FU TRIPODI MARIA ROSA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 2.

 4) STILLITANO MARIA FU ANTONIO E FU SPIZZICA DOMENICA NATA A MONTEBELLO JONICO.

 5)  RAVESE MARIA EUFEMIA FU AGOSTINO E FU INFANTINO ROSARIA NATA A S. EUFEMIA DI ANNI 51.

 6)  CARATOZZOLO FRANCESCO FU FRANCESCO E FU MINUTOLO MARIA NATO A BUENOS-AIRES DI ANNI 52.

 7)  CARATOZZOLO MARCELLO CIRO FU FRANCESCO DI CARRESE FORTUNATA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI-10.

 8)  CARATOZZOLO FRANCO ANTONIO DI VINCENZO FU RAPPOCCIOLO CANDELORA NATO A GIOIA TAURO ANNI.2.

 9)  PEDA’ PAOLA DI GIUSEPPE E FU LABATE CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 37.

9A)  PEDA’ CARMELA DI GIUSEPPE E FU LABATE CATERINA DI ANNI 48.

 10)  VERSACE EZIO DI MATTEO E FU PEDA’ CARMELA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 4.

 11)  MACRI’ FILIPPO DI NICOLA E FU MANCO DOMENICA NATO A VIBO VALENTIA DI ANNI 36.

 12)  MARANDO GIROLAMO DI ANGELO E DI ROMEO CATERINA NATO A RIZZICONI DI ANNI 13.

 13)  MARANDO ADELAIDE DI ANGELO E DI ROMEO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 8.

 14)  FAZIO ANTONINO DI GIUSEPPE E DI D’ANGELO MARIA NATO A MILI SAN MARCO DI ANNI 15.

 15)  SACCA’ CAROLINA……………………………………………NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 50.

 16)  MARANDO CARMELA DI ANGELO E DI ROMEO CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 6.

 17)  IERANO’ ANTONIO DI VINCENZO E DI ZAPPIA MARIA NATO A RIZZICONI DI ANNI 22.

 18)  TRIPODI GIUSEPPINA DI ANTONIO E DI ALAMPI MARIA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 4.

 19)  PORCINO ANTONIA DI PIETRO E DI CRUCITTI FORTUNATA NATA A REGGIO CALABRIA DI  ANNI 28.

 20)  PENNESTRI’ MARIA DI FORTUNATO E FU PORCINO ANTONIA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 4.

 21)  PENNESTRI’ DIEGO DI FORTUNATO E FU PORCINO ANTONIA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 2.

 22)  CAPPELLACCIO FORTUNATO DI PAOLO E FU ZAPPALA’ ANTONIA NATO A REGGIO CALABRIA DI ANNI 17.

 23)  CAPPELLACCIO FRANCESCA DI PAOLO E FU ZAPPAGLIONE ANTONIA NATA A REGGIO CALABRIA DI ANNI 15.

 24)  CAPPELLACCIO GRAZIA DI UMBERTO E DI TRIPODI FRANCESCA NATA A REGGIO CALABRIA DI ANNI 5.

 25)  ZAMPAGLIONE ANTONIA FU GIOVANNI E FU FOTI FRANCESCA NATA A MONTEBELLO IONICO DI ANNI 42.

 26)  PIRILLI ANTONIA DI ANTONINO E FU SACCA’ CAROLINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 17.

 27)  PIRILLI MARIA CONCETTA DI ANTONINO E FU SACCA’ CAROLINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 10.

 28)  STILLITANO CARMELO PAOLO DI PIETRO E DI GULLACE CONCETTA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 9.

 29)  SEMINARA ANTONIO DI FRANCESCO E FU RANIERI FRANCESCA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 20.

 30)  SCARAMOZZINO FRANCESCA CARMELA DI ANTONINO E DI FALLARA PAOLA NATA A FOSSATO DI ANNI 40.

 31) AVELLINO CATERINA DI FRANCESCO E FU MICARI GIROLAMA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 24.

 32) TRINCHERA VINCENZO DI FRANCESCO FU AVELLINO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI GIORNI 19.

 33) TRINCHERA ANTONINO DI FRANCESCO E FU AVELLINO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 6.

 34) TRINCHERA FRANCESCA DI FRANCESCO E FU AVELLINO CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 5.

 35) TRINCHERA SALVATORE DI FRANCESCO E FU AVELLINO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI TRE

36)  STILLITANO TOMMASO SALVATORE DI CARMELO E DI STILLITANO FORTUNATA NATO A GIOIA TAURO ANNI. 8 

 37)  STILLITANO FAUSTA DI CARMELO E DI STILLITANO FORTUNATA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 6.

 38)  STILLITANO MARIA DI CARMELO E DI STILLITANO FORTUNATA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 9.

 39)  STILLITANO LEANDRO DI GIUSEPPE E FU FOLLACA EUGENIA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 11.

 40)  MICARI GIROLAMA FU GIACOMO E FU CERTO CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 50.

 41)  CARATOZZOLO FORTUNATA BIANCA MARIA DI VINCENZO E FU RAPPOCCIO CANDELORA NATA A  GIOIA TAURO DI ANNI 1.

 42)  ROMEO MARIA DI VINCENZO E DI LONGO GIROLAMA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 16.

 43)  BARBARO ANTONINO FU DOMENICO E DI FAMA’ FRANCESCA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 53.

 44)  RAPPOCCIOLO CANDELORA DI ANNUNZIATO E FU IACOPINO DOMENICA NATA A MELITO PORTO SALVO DI ANNI 22.

 45)  CAMPITELLI BRUNO DI VALENTINO NATO A VOLTERRA DI ANNI 27, MORTO IL 4 AGOSTO.

 46)  CUPPINI FEDERICO DI ELIO E DI GOVONI FLORA NATO A BUSSOLENO DI ANNI 24, MORTO IL 12 LUGLIO.

 47)  CANGEMI FRANCESCO DI FU DOMENICO E FU D’AGOSTINO CATERINA NATO A CITTANOVA DI ANNI 81, MORTO L’11 AGOSTO.

 48)  RACITI CARMELO GIUSEPPE FU CARMELO E DI CORSINO GIUSEPPA NATO A GIOIA TAURO DI MESI 8, MORTO IL 12 AGOSTO.

 49)  FURCI FRANCESCO DI FERDINANDO E DI ANASTASIO FRANCESCA NATO A RIZZICONI DI ANNI 8, MORTO IL 21 AGOSTO.

 50)  CARERI MICHELE FU GIROLAMO E DI BELCASTRO GRAZIA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 43, MORTO IL 6 SETTEMBRE.

 51)  NICOLETTA VINCENZO DI FU ROCCO E DI FORMICA MARIA GIUSEPPA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 36, MORTO IL 6 SETTEMBRE.

 52)  FLORIMO ANTONINO DI LUIGI E DI MAUGERI TERESA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 16, MORTO IL 6 SETTEMBRE.

 53)  SPADARO GIUSEPPE DI FRANCESCO E DI ZAGARI ANNUNZIATA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 12, MORTO IL 7 SETTEMBRE.

 54)  SITA’ NICOLA ANTONIO FU GIUSEPPE E FU FAZZARI CATERINA NATO AD ANTONIMINA DI ANNI 39, MORTO IL 9 SETTEMBRE.

 55)  LA ROSA MARIA ROSA DI GIUSEPPE E DI PULITANO’ ANNA MARIA NATA A CITTANOVA DI ANNI 30, MORTA IL 9 SETTEMBRE.

 56)  FLOREAN PIETRO------------------------------------------------------MORTO IL 9 AGOSTO.

 57)  COCCHI GIUSEPPE ………………………………………………MORTO IL 9 AGOSTO.

 58)  CASSONE MICHELE FU SEBASTIANO E DI CASTAGNA CONCETTA  NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 37,  MORTO IL 13 SETTEMBRE

 59)  MORABITO SERAFINA FU ANTONINO E FU BOVA GRAZIA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 71, MORTA IL 13 SETTEMBRE.

Trent’anni dopo il luttuoso 20 febbraio 1943, l’Amministrazione Comunale, in ricordo delle vittime innocenti del bombardamento, fece installare, sul muro di una delle case distrutte e poi ricostruite, una lapide in marmo che recita “Nel lento pomeriggio, incombendo l’immane conflitto in questo popoloso e pacifico quartiere bombe nemiche, sinistramente sibilando, seminarono distruzione, lacerazione, morte. La Civica Amministrazione, nel trentennio del luttuoso evento, pose auspicando all’umanità tutta lustri interminabili di pacifica convivenza”. Che sia di sprone, specie per le giovani generazioni che non hanno conosciuto l’orrore della guerra, e non dimentichino mai la storia della propria città, meditando sul valore della vita e l’amore per il prossimo.

(Il 20 febbraio 1943 il Comando Militare Alleato registrò nel Mediterraneo sette operazioni aeree congiunte della R.A.F. e dell’USA-A.F. con l’impiego di B-17 (“Flying Fortress – le Fortezze volanti”), B-24 e B-25. Gli aerei della R.A.F., che decollarono da Malta, s’incaricarono di bombardare la Sicilia meridionale, ai piloti americani venne assegnato come obiettivo principale il porto di Napoli e come obiettivo secondario Crotone 19, precisamente il porto, l’aeroporto e la fabbrica della Pertusola Mining Ltd, che produceva semilavorati e leghe di zinco e la Montecatini, che produceva acido nitrico e nitrati, impiegati come materia prima nell’industria bellica. Inoltre venivano indicati alcuni obiettivi minori, rappresentati da quattro cittadine calabresi, nel caso in cui i primi due fossero irraggiungibili. Le squadriglie del 345° Gruppo e del 415° Gruppo, venti aerei in tutto, partirono dall’aeroporto di Benina, quelli del 343° Gruppo e del 344° Gruppo partirono da un aeroporto situato identificato come “L.G. 159” e che, probabilmente, si trovava a Soluch (forse Gabutt), a sud di Bengasi. Secondo i piani di volo, l’intero stormo si doveva riunire nel Mediterraneo occidentale, a largo delle coste siciliane sul cielo di Trapani mentre con il 93° ed il 98° Gruppo, il ricongiungimento doveva avvenire a circa 50 miglia da Napoli, fino a costituire una formazione di 39 bombardieri. Questo fu il Piano di volo del The 376th Heavy Bombardment Group21: Salita a 22000 piedi; poco prima di raggiungere la punta d’Italia ... “Ci siamo ricongiunti con il 98° Stormo ed il 93° Stormo vicino a Napoli, per un totale di 39 aerei in formazione”. L’obiettivo primario, Napoli, la città aveva una solida copertura nuvolosa, per cui gli aerei tornarono verso sud e sganciarono bombe sui bersagli secondari, Crotone (una fabbrica chimica). Dopo aver attraversato montagne innevate e scendendo a 18.000 piedi, “abbiamo mantenuto come obiettivo l’Italia meridionale”. Altri obiettivi secondari colpiti: Amantea, Rosarno, Nicotera, Palmi e a circa 15 miglia a est di Rosarno, due cittadine non ancora identificate. Il Gruppo raggiunse il Mediterraneo al chiaro di luna e riuscì ad atterrare in tutta sicurezza. Tutti gli equipaggi rientrarono. In sede di Rapporto, si disse che gli aerei tedeschi avevano colpito Tobruk quella sera ... “si potevano sentire esplosioni di bombe da qui ... A quel che risulta, tre bombardieri tedeschi furono abbattuti”.

I comandanti dei Gruppi, nei loro Rapporti sulla missione (“Sortie Report”) del 20 febbraio 1943, fornirono un quadro un po’ più dettagliato delle operazioni condotte. In particolare il comandante Lents scrisse: “A questo punto mi sono diretto verso sud…. perché il bersaglio freddo non può essere localizzato a causa del tempo nuvoloso. Sono salito fino a 30.000 piedi… ho sganciato le bombe rimanenti su quello che sembrava essere un campo militare sito a circa 15 miglia a est di Rosarno, in Italia. Ho fatto saltare in aria gli edifici e sono scoppiati degli incendi. Ho visto 5 navi al largo della costa di Raw alle 19:20 in direzione nord”.

Il Capitano Pierce parlò di un’incursione su “una cittadina non identificata”, anche il Cap. Miehlberg sostenne di non aver potuto colpire l’obiettivo stabilito e di aver sganciato alcune bombe su una cittadina non identificata, che, però, secondo i suoi calcoli, doveva essere Gioia Tauro. I Capitani Robert Abram, Charles Neal, Ralph Ferree e Wesley Egan, tutti del 345° Gruppo, scrissero di non aver potuto colpire l’obiettivo principale e di aver sganciato il carico residuo su due cittadine calabresi non identificate, ma non aggiunsero altri particolari. La Relazione Generale che il Comandante del 376° th, Col. George F. McGuire, consegnò il 1° marzo 1943, e chiarì tutte le difficoltà incontrate dalle squadriglie nel corso della missione e, soprattutto, nella fase di rientro.)

( da “Il bombardamento aereo degli Alleati su Cittanova del 20 febbraio 1943” di Antonio Orlando)





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