FRANCESCO ANASTASIO CENNI STORICI SU GIOIA TAURO Le più antiche tracce di presenze sul nostro territorio risalgono alla preistoria. In alcuni scavi furono recuperati frammenti databili dal neolitico all'età del bronzo. Gioia Tauro entra nella storia con il nome di Metauros. Diversi sono i dati, Stefano Bizantino (lessicografo del V sec.d.C. la indica fondata dai Locresi, Solino (enciclopedista del III sec d.C. invece l attribuisce agli Zanclei. L'insediamento era circoscritto tra il Petrace ed il Budello e dalla rupe dove sorgeva l'abitato , l'attuale Piano delle fosse. Sul fiume Petrace si svolgevano i commerci da quanto riferisce Strabone vissuto intorno al 64 a.C. Dai dati riportati , si evince che la nostra cittadina non ha avuto una vita facile .Invasioni, rappresaglie, terremoti, peste , colera, malaria hanno tormentato i suoi abitanti. Dobbiamo giungere ai primi del 1900 affinché diventi un centro commerciale importante per la piana e pe
FRANCESCO ANASTASIO LA PALMA DI CASA ISAIA Sembra una favola. C'era una volta nel villino del medico Vincenzo Isaia in Via Rimembranze del nostro paese, una palma che svettava in cielo. Era stata piantata dal medico Vincenzo nei primi anni del 1900 per ricordare la nascita del suo promogenito. Nel tempo era cresciuta talmente alta che era visibile da ogni angolo della città. Durante le giornate di vento fletteva in maniera paurosa Un giorno venne abbattuta per dare spazio ad una costruzione. In quel momento ero presente sul posto ed ho immortalato l'attimo. Ma aldila' di questo evento , quello che ho appreso pochi giorni fa dopo moltissimi anni , dà una felice continuità ed un finale gioioso a questa favola. I nipoti del dott.Isaia ,consci che quella maestosa palma sarebbe stata abattuta, presero un suo seme per ripiantarlo in altro luogo di loro proprietà. Oggi ve la faccio vedere ,nella foto a colori e sono certo che per molti anni ancora racconterà il finale di ques
FRANCESCO ANASTASIO LA STORIA DEL BAR OLIMPIA Nel Largo Trieste tra il palazzo Galli ed il palazzo dove era ubicata la prima sede del Banco di Napoli si trovava un giardino con alcune piante. Aveva un frontale di circa 20 metri. Su questo giardino, appena finita la guerra, si costituirono in società i signori Tripodi Arcangelo, il Prof. Carmelo Albanese e Francesco Cardone, per la costruzione di quello che fu il bar Olimpia. Questo locale, concepito in maniera diversa dal solito bar, è stato una costruzione innovativa per il nostro ambiente. Avere al centro della città un simile locale, con annesso cinema all’aperto, fu un grande traguardo, molto apprezzato dalla cittadinanza. Io lo ricordo in maniera chiara poichè mio padre, durante le sere d’estate mi portava a vedere qualche film. I Signori Tripodi e Albanese, non essendo del mestiere, affidarono a Francesco Cardone la gestione del locale. Era un bel locale, dalle cartoline potrete notare il porticato con delle colonne dov
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