LA MIA DYANA CITROEN RC 152595

 


LA MIA DYANA CITROEN RC 152595

Questa automobile fantastica mi ha trasportato per decine di viaggia da Gioia a Bucarest dal 1970 al 1974 ed oltre.

In quegli anni le partenze dalla mia Andy si susseguivano numerose.

Per raggiungere Bucarest, via Trieste, impiegano circa 50 ore. Un viaggio in solitario quasi tutto di " un fiato" , tale era il desiderio di abbracciare il mio amore.

Affrontavo questi viaggi in tutta tranquillità, non avevo timore di nulla, in quel tempo la situazione era veramente molto calma.

Conservo di questa macchina un ricordo di viaggi memorabili e di tante situazioni di viaggio particolari e curiosi. In un altro post vi racconterò .

Quest'oggi il mio racconto ed il mio elogio è rivolto a questa automobile, che con la sua piccola potenza , mi permetteva di percorrere i tremila kilometri in serenità. 

La Dyana Citroen, era un'automobile a due cilindri di una potenza inaudita, ll suo allestimento era molto spartano, aveva l'essenziale . Lo sterzo , un cruscotto semplicissimo, e la leva del cambio che fuoriusciva dal cruscotto serviva ad inserire le marce tirando e spingendo . Non aveva di bisogno del servosterzo e gli airbag non esistevano, per non parlare dell'aria condizionata. Avevo una,stabilità ed una tenuta di strada fantastica , il suo molleggio ti permetteva di viaggiare in quelle strade sconnesse in tranquillità. Anche le poltrone erano comode, non erano avvolgenti come oggi ma ti permettevano una guida sicura.

Era veramente un piccolo gioiello, in tutti i viaggi non mi ha dato mai,mai un fastidio meccanico. 

Qualche volta ci ho parlato, mi ha sempre riportato a casa senza mai "tossire".

Comprendeva che non poteva tradirmi ed in questo modo certamente ha partecipato anche lei alla mia gioia.

Spesso mi chiedo, ma si può amare un auto ? Per molti credo sarà difficile comprendere questo legame, ma vi posso assicurare che questo sentimento esiste, poiché a me è successo .

Quando è giunto il tempo di sostituirla, mi è molto dispiaciuto. Peccato non averla tenuta.






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