Trieste Angelone il sacrestano del Duomo



FRANCESCO ANASTASIO
RICORDO DI TRIESTE ANGELONE

Il sacrestano, secondo la definizione della Treccani - è “il laico che ha il compito di tenere in ordine la sagrestia e gli arredi sacri, di pulire, di sorvegliare e custodire la chiesa, nonché di coadiuvare il sacerdote in vari compiti pratici preparando tutto il necessario per il corretto svolgimento della Santa Messa.
Nella nostra città ed esattamente nel nostro Duomo, il sacrestano per antonomasia è stato certamente Trieste Angelone. Trieste era nato al Piano delle Fosse e sin dalla nascita si appassiono' alle cose della Chiesa, mettendosi al Suo servizio. Non ricordo esattamente la data della sua nascita, ma credo che da chierichetto, affiancò Mons. De Lorenzo sin da quando giunse a Gioia nel 1924 come Parroco della Chiesa Matrice, che all'epoca era l 'attuale chiesa dedicata a Sant'Antonio.
Trieste era presente nella organizzazione del trasferimento del culto al Duomo attuale, aperto ai fedeli nel 1933.
Io lo ricordo da sempre,svolgeva il suo lavoro con molto zelo e con grandi sacrifici. Trieste era nato per fare il sacrestano, dedicò tutta la sua vita a questo servizio che lo porto' ad essere a stretto contatto con i nostri Santi Protettori.
Era una persona energica e lo dimostrava sempre nei rimproveri che noi bimbi ricevevamo ogni qualvolta facevamo delle piccole marachelle.
Era a conoscenza di tutto per quanto concerne i riti sacri, la mia sensazione era quella che, lui effettuava il suo lavoro come se si trattasse di cosa propria.
Non era di molte parole, ma i fedeli gli portavano rispetto , anche perché era diventato un volto familiare .
La giornata di Trieste iniziava alle prime luci dell’alba per aprire la chiesa, suonare le campane, preparare la prima messa, accendere le candele, servire messa e passare a raccogliere l’elemosina tra i fedeli o farsi pagare la sedia come avveniva una volta . Ebbene sì, molti anni fa i banchi non esistevano. Entrando in chiesa, sulla destra erano ammassate delle sedie che i fedeli prendevano dopo aver lasciato una monetina. Alla fine della celebrazione , lo aiutavamo a rimetterle al posto .
In poche parole il suo servizio era la sua vita .Ho un ricordo particolare di un periodo , molto breve fortunatamente per lui, in cui ,per una divergenza avuta con don Francesco , si era allontanato dal suo servizio. Ma in quel periodo,il suo cuore era sempre lì,nella sua chiesa. E l'immagine che conservo ancora oggi negli occhi è vederlo giornalmente sulla piazzetta, quasi a protezione della sua " casa", a distanza di anni mi provoca tanta dolcezza e tanta tenerezza per quest'uomo. Naturalmente tutto fini' presto e lui riprese a suonare le campane con quel suo modo inconfondibile nel dare la giusta modalità di suono ad ogni evento.
Ecco, come dicevo in un altro commento , Trieste è stato un nostro cittadino "comune " che attraverso la sua dedizione alla propria missione, ha lasciato un ricordo ed una testimonianza di persona retta .
A conclusione di questo mio ricordo di Trieste,mi piace pensarlo su di una nuvoletta dalla quale controlla come faceva ogni sera e ripetutamente ,la Casa del Signore.
Ciao Trieste sono certo che la nostra comunità ti ricordara' con affetto .
Giorno 19 gennaio 2002 alla presenza di una una moltitudine di popolo, i funerali nella sua Chiesa che lo vide interprete di una parte della nostra storia.
Mons.Francesco Laruffa nella suo omelia ebbe a dire:
"Trieste ha meritato durante questi lunghi anni , quasi 70 , tutto il nostro rispetto e considerazione . Lo ringrazio dal profondo del cuore per tutto quello che ha fatto per la nostra comunità e soprattutto per come ci ha aiutato a tenere in ordine e con decoro la nostra amata parrocchia.
La Chiesa, grazie anche all’esempio cristiano e allo stile semplice ed essenziale del nostro sacrestano esiste e sopravvive qui, nella nostra comunità, dove veramente “fedeli ” e “pastori” condividono tutto ciò che fa parte della loro vita" .





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