LA STORIA DEL BAR OLIMPIA


FRANCESCO ANASTASIO
LA STORIA DEL BAR OLIMPIA

Nel Largo Trieste tra il palazzo Galli ed il palazzo dove era ubicata la prima sede del Banco di Napoli
si trovava un giardino con alcune piante. Aveva un frontale di circa 20 metri.
Su questo giardino, appena finita la guerra, si costituirono in società i signori Tripodi Arcangelo, il Prof. Carmelo Albanese e Francesco Cardone, per la costruzione di quello che fu il bar Olimpia. Questo locale, concepito in maniera diversa dal solito bar, è stato una costruzione innovativa per il nostro ambiente. Avere al centro della città un simile locale, con annesso cinema all’aperto, fu un grande traguardo, molto apprezzato dalla cittadinanza. Io lo ricordo in maniera chiara poichè mio padre, durante le sere d’estate mi portava a vedere qualche film.

I Signori Tripodi e Albanese, non essendo del mestiere, affidarono a Francesco Cardone la gestione del locale. Era un bel locale, dalle cartoline potrete notare il porticato con delle colonne dove, sistemati i tavolini, i cittadini si sedevano per gustare un buon gelato. Dall’interno, dal lato sinistro, si accedeva al cinema, mentre dal lato destro si accedeva ad un locale dove era sistemato un biliardo.

I primi anni, per questo locale, sono stati anni di gloria. Nel giardino retrostante venivano organizzate serate danzanti, matrimoni e feste . Ho il ricordo chiarissimo, risalente al 1955, del matrimonio del Dott. Biagio Zampogna con la Signora Giovanna Sciarrone, figlia di Rocco Sciarrone . E’ stato un pomeriggio splendido conclusosi a tarda sera con il taglio della torta ed impresso nei miei occhi vi è ancora il volo benaugurante di alcuni colombi fuoriusciti da una scatola.
Dopo quasi 15 anni la società gioiese iniziava a cambiare, si era in cerca di altre attrattive, perché era arrivata la televisione. Gli affari del bar Olimpia andavano a diminuire. Il Signor Francesco Cardona, pensò di trasferire la sua attività poco distante e quindi cedette il bar al Signor Stanganelli Antonino che dopo poco lo ha ceduto al Signor Michele Vignola ma anche lui ebbe pochi risultati. Verso la conclusione della sua destinazione d’uso, ricordo una sala giochi con dei flipper.
Sono stato sempre incuriosito dal perché la Società iniziale avesse dato al bar il nome di Olimpia e il perché della decisione di creare un cinema all’aperto. Una sera ho soddisfatto la mia curiosità. Davanti alla farmacia Ioculano, alcuni anni fa, incontrai il signor Tripodi Arcangelo al quale feci la domanda, d’altronde solo lui lo poteva sapere. Mi disse:” Signor Anastasio, dovete sapere che nel 1939 feci un corso di allievo sottufficiale di carriera a Firenze, di sei mesi, nel ruolo automobilistico dell’aeronautica. Verso la fine dello stesso anno superai l’esame, che mi permetteva di scegliere Albania o Africa e scelsi l’Albania. Da li richiesi il trasferimento in Grecia, ad Atene. Quando sono rientrato a Gioia ed avuta l’idea per la costruzione del bar, ho voluto chiamarlo Olimpia nel ricordo di quel periodo trascorso ad Atene. Il cinema all’aperto l’ho voluto in quanto in Grecia erano numerosi e frequentati, e per Gioia poteva essere una grande novità”. In effetti, ha avuto ragione. 
Nel 1970, una società di imprenditori decise per la costruzione di un grande palazzo. Di conseguenza, tutte le costruzioni di questa area, compreso il bar Olimpia , sono state demolite.​ ​ E’ sorto così il grande palazzo che tutti conosciamo e che, per l’insediamento, appena ultimati i lavori, della catena di vendita Upim, è stato chiamato da sempre e da tutti “ palazzo Upim “.
I bar Olimpia, è rimasto nella mente e nel cuore di tutte le persone che lo hanno frequentato.
Francesco Anastasio





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