IL GLORIOSO CAMPO SPORTIVO CESARE GIORDANO
FRANCESCO ANASTASIO
Una splendida foto aerea del nostro Cesare Giordano risalente al 1985.
Calci e polvere mi viene di intitolarla.
Erano calci dati ad un pallone di vero cuoio che per la pesantezza non si riusciva a calciare;era creato a mano e le cuciture tenevano uniti gli esagoni che davano un senso di rotondità al pallone. Ricordo quanto grasso sfregava Mastru Antoniu Sergi per dare una forma stabile e cercare di ammorbidire il cuoio. Questo grasso veniva tolto all inizio della partita dalle mani dei giocatori durante la rimessa laterale, ed immaginate per noi portieri quanto era difficile la presa.
Colpire di testa, quei palloni, nemmeno a pensarlo. Si aspettava che venissero presi con le mani dal portiere oppure che toccassero il terreno di gioco per poi colpirli e indirizzarli verso la porta avversaria o passarli ai compagni di squadra.
Gli spogliatoi erano dei locali molto stretti, quello dell 'arbitro ancora più piccolo.
Sulla porta d’ingresso dello spogliatoio , per molto tempo c’è stata la scritta “Albitro”, per chi la ricorda .Poco importava: il calcio, sopratutto quello locale, ammetteva tutte le ignoranze del mondo, l’importante era giocare e divertirsi. Con quel poco che avevamo a disposizione e senza pensare alla polvere.
Francesco Anastasio
Una splendida foto aerea del nostro Cesare Giordano risalente al 1985.
Calci e polvere mi viene di intitolarla.
Erano calci dati ad un pallone di vero cuoio che per la pesantezza non si riusciva a calciare;era creato a mano e le cuciture tenevano uniti gli esagoni che davano un senso di rotondità al pallone. Ricordo quanto grasso sfregava Mastru Antoniu Sergi per dare una forma stabile e cercare di ammorbidire il cuoio. Questo grasso veniva tolto all inizio della partita dalle mani dei giocatori durante la rimessa laterale, ed immaginate per noi portieri quanto era difficile la presa.
Colpire di testa, quei palloni, nemmeno a pensarlo. Si aspettava che venissero presi con le mani dal portiere oppure che toccassero il terreno di gioco per poi colpirli e indirizzarli verso la porta avversaria o passarli ai compagni di squadra.
Gli spogliatoi erano dei locali molto stretti, quello dell 'arbitro ancora più piccolo.
Sulla porta d’ingresso dello spogliatoio , per molto tempo c’è stata la scritta “Albitro”, per chi la ricorda .Poco importava: il calcio, sopratutto quello locale, ammetteva tutte le ignoranze del mondo, l’importante era giocare e divertirsi. Con quel poco che avevamo a disposizione e senza pensare alla polvere.
Francesco Anastasio
Grazie franco a ricordarci con i tuoi racconti momenti della nostra gioventu' che fu sei un grande
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