LA RUOTA DEGLI ESPOSTI

FRANCESCO ANASTASIO
LA RUOTA DEGLI ESPOSTI
La testimonianza dell'amico carissimo ROCCO RUGGIERO , scaturita da una certosina ricerca, sulla ruota degli esposti di Gioia Tauro.

La ruota o rota degli esposti era una bussola girevole di forma cilindrica, di solito costruita in legno, divisa in due parti chiuse per protezione da uno sportello: una verso l'interno ed un'altra verso l'esterno che, combaciando con un'apertura su un muro, permettesse di collocare, senza essere visti dall'interno, gli esposti, i neonati abbandonati. Facendo girare la ruota, la parte con l'infante veniva immessa nell'interno dove, aperto lo sportello si poteva prendere il neonato per dargli le prime cure.

Spesso vicino alla ruota vi era una campanella, per avvertire chi di dovere di raccogliere il neonato, ed anche una feritoia nel muro, una specie di buca delle lettere, dove mettere offerte per sostenere chi si prendeva cura degli esposti. Per un eventuale successivo riconoscimento da parte di chi l'aveva abbandonato, al fine di testarne la legittimità, venivano inseriti nella ruota assieme al neonato monili, documenti o altri segni distintivi.

In Italia con l'influenza francese del napoleonico Regno Italico (1806-1815) sul Regno di Napoli la Rota proiecti venne ufficialmente istituita anche nei comuni dell'Italia Meridionale per la tutela pubblica dell'infanzia abbandonata.[5] Una ruota degli esposti era in realtà già presente a Napoli: quella della Santa Casa dell'Annunziata, di cui esistono documenti d'immissione risalenti al 1601.[6]

Francesco Anastasio





Commenti

Post popolari in questo blog

La palma di casa del dott. Isaia

LA STORIA DEL BAR OLIMPIA

Le famiglie della Via F. Crispi negli anni 50/60